Reginald Pole
Stourton Castle, 3 marzo 1500 – Londra, 17 novembre 1558
Se è il favore goduto da sua madre presso Enrico VIII a sostenere Reginald Pole prima negli studi tra Oxford e Padova, poi nella precoce carriera ecclesiastica, l’Atto di Supremazia (1534) lo troverà in disaccordo tale da indurlo a prendere stabile dimora in Italia: qui l’assidua frequentazione d’umanisti cattolici quali Bembo, Sadoleto, Contarini e Carafa, cui lo lega il culto d’Erasmo e l’esigenza di riforma della Chiesa, consolida la sua formazione morale e spirituale collocandolo, cardinale (1536), tra i maggiori esponenti della commissione che per Paolo III stende il rapporto De emendanda Ecclesia (1537). All’idea che allora matura d’una conciliazione coi riformati Pole rimarrà sempre fedele, anche quand’è delegato a Trento (1545) malgrado le accuse d’intelligenza col nemico che l’investiranno, stornandolo in più conclavi dal soglio pontificio, soprattutto per il circolo che forma a Viterbo con gli spirituali napoletani, dal Carnesecchi a Giulia Gonzaga, dal Morone allo stesso Juan de Valdés. La guerra che alla Francia e al papato muovono la Spagna e l’Inghilterra sua alleata, quand’egli è legato pontificio e arcivescovo di Canterbury (1556) per Mary Tudor, lo farà definitivamente cadere in disgrazia. Ma Pole morirà prima della fine del processo cui l’Inquisizione, allora in mano al suo arcinemico Paolo IV, lo sottopone per eresia.
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