Paolo IV

Sant’Angelo a Scala, 28 giugno 1476 – Roma, 18 agosto 1559

Rampollo dell’antica nobiltà napoletana dei Carafa, è allo zio cardinale Oliviero che Gian Pietro deve l’avvio di una carriera che già nel 1504 lo vuole vescovo a Chieti: l’Ordine regolare dei Teatini che qui fonda svela nel suo austero apostolato il piglio di un ecclesiastico deciso a riformare la Chiesa per le vie di una fede ascetica e inflessibile. Acerrimo nemico degli Asburgo dall’alto di un altissimo concetto del potere pontificio, da cardinale quale lo crea Clemente VII Gian Pietro Carafa presiederà per primo la congregazione cardinalizia che nel 1542 Paolo III prepone alla rinnovata Inquisizione romana: alla spietata opera di repressione dell’eresia riformatrice e all’aura di austera santità che finalmente le si accompagna Carafa impronterà la sua politica quando nel 1555 sarà papa Paolo IV. Fallito il tentativo di opporsi in armi alla Spagna, i roghi del Talmud, l’istituzione del ghetto, le persecuzioni di alti prelati come Giovanni da Morone e Reginald Pole e l’emanazione nel 1558 di un primo Indice dei libri proibiti pressoché onnicomprensivo dicono di papa Carafa e del suo momento una feroce volontà di ortodossia che i suoi successori sapranno placare e canalizzare verso la Controriforma. 

 

Parte della serie Religiosi

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