Valentiniano I
Cibalae, 3 luglio 321 – Brigetio, 17 novembre 375
Sotto le armi in Africa col padre, il cristiano Valentiniano cadrà in disgrazia quand’è imperatore quel Giuliano (appunto, l’Apostata) che vorrà invano rifondare il paganesimo; ma morto Gioviano (364) Valentininano è acclamato Augusto a Nicea. Diviso il potere col fratello Valente è subito a Milano, nel cuore di un Occidente sempre più provato dai barbari che premono lungo il limes. Inviato Flavio Teodoro in Britannia contro Pitti e Scoti, egli stesso dirige la resistenza imperiale all’invasore alemanno lungo il Reno, dove sosta per sette lunghi anni: non vedrà mai Roma. Deciso a risollevare l’economia d’Occidente stroncando gli abusi fiscali del ceto funzionario e a mantenere unito l’Impero, Valentiniano vorrà reprimere la ribellione donatista esplosa in Africa, ma tollerare pagani, giudei e ariani. È per questa equilibrata condotta che, dopo l’infarto che lo uccide durante una campagna danubiana contro i Quadi, sarà per il pagano Ammiano Marcellino codardo e superstizioso, per San Girolamo invece coraggioso e responsabile.
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