Ugo Grozio
Delft, 10 aprile 1583 – Rostock, 28 agosto 1645
Al padre umanista Huig van der Groot rivela una capacità di apprendere tanta e tale che l’Università di Leida lo accoglie ad appena undici anni, ma la carriera giuridica avviata nella complessa amministrazione delle Province Unite si scontrerà col peso dei tempi. Dura ancora la guerra contro la Spagna mentre il naviglio olandese taglia i mari d’Oriente, si divide il campo calvinista tra arminiani e gomaristi e infiamma la Guerra dei Trent’anni; perseguitato, rinchiuso e costretto all’esilio per la fede arminiana e per l’opposizione agli stathouder, il gigante Grozio non sorprende, in fondo, nel maturare la convinzione che è necessario un diritto naturale per rifondare le relazioni tra i popoli sempre in lotta; un diritto naturale ora separato e quindi potenzialmente opposto a quella Legge divina che, nell’imperscrutabilità del suo disegno, ammette ogni male. È quindi col suo De iure belli ac pacis condannato e diffuso per tutto il secolo che, nelle parole di Paul Hazard, «si passa, scusandosi di tanto ardire, dal piano della Provvidenza a quello dell’umanità».
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