Tutto quello che avreste voluto sapere sugli Oscar
Chi vincerà gli Oscar 2016? La lente d'ingrandimento sulle categorie più importanti
DiCaprio o non DiCaprio? Questo è il problema. A poche ore dall’inizio della cerimonia cinematografica più popolare al mondo ripercorriamo i film, i registi e gli attori candidati all’Oscar in questo ricco 2016. Una panoramica sulle nomination in vista dei premi più importanti che si assegneranno stasera al Dolby Theatre di Los Angeles, nell’88esima edizione degli Academy Awards.
Miglior film: La grande scommessa, Il caso Spotlight, Revenant - Redivivo, Room, Sopravvissuto - The Martian, Mad Max: Fury Road, Il ponte delle spie, Brooklyn
Quali sono i migliori film dell’anno? Tra gli otto film in corsa la rosa si restringe a quattro seri candidati. Per il gradino più basso del podio lo scontro è tra La grande scommessa di Adam McKay, storia amara e brillante del crack finanziario del 2008 visto dall’interno, e Room di Lenny Abrahamson, adattamento del libro omonimo ispirato al caso Fritzl, che racconta la crescita di un bambino con la madre, da soli in una stanza in cui un uomo li tiene segregati per violentarla. La statuetta, però, si giocherà più probabilmente tra Revenant - Redivivo di Iñarritu, record con 12 nomination, e Il caso Spotlight di Tom McCarthy, narrazione dell’investigazione giornalistica con cui il Boston Globe scatenò il primo grande caso sugli abusi sessuali della Chiesa, una lezione di etica del giornalismo e del cinema stesso il cui riferimento diretto è Tutti gli uomini del presidente di Pakula, sull’inchiesta di Woodward e Bernstein per il Washington Post e lo scandalo Watergate, che esattamente 40 anni fa conquistò quattro premi Oscar. E gli altri? Per Sopravvissuto - The Martian di Ridley Scott, con Matt Damon astronauta dato per morto durante una missione spaziale, basti dire che ha vinto il Golden Globe per la miglior commedia e, in effetti, la cosa fa ridere. Il ponte delle spie di Spielberg e Brooklyn di Crowley, con Tom Hanks ennesimo eroe a stelle strisce da un lato e dall’altro Saoirse Ronan timida immigrata irlandese che trova letteralmente l’America, vincono il premio “inutile film patriottico dell’anno”, ma se l’Academy avrà un po’ di dignità li tratterà come fece con Lincoln, Oscar al protagonista – in quel caso Daniel Day-Lewis, in questo la splendida Saoirse Ronan – e per il resto l’indifferenza generale che si meritano. Allo stesso tempo, in un angolo in fondo alla sala, i critici alla moda e gli appassionati di acidi e metanfetamine tifano tutti per Mad Max perché è il film che piace anche al loro zio alcolizzato e quindi, nell’era del pop come qualità culturale intrinseca, dev’essere per forza il migliore.
Miglior regia: Lenny Abrahamson, Tom McCarthy, George Miller, Alejandro González Iñárritu, Adam McKay
Non si discute la pulizia registica di Abrahamson in Room né di McCarthy in Il caso Spotlight, due storie forti e perciò giustamente raccontate con eleganza e linearità, ma se il premio non va alla semplice storia ma a come si è scelto di metterla in immagini, la vera gara sarà a tre. Tra l’originalità frammentata de La grande scommessa di Adam McKay, non a caso candidato e probabile vincitore del premio al montaggio di Hank Corwin, la follia adrenalinica di George Miller e del suo Mad Max: Fury Road e la potenza pura di Iñarritu, che sulla sua visione ha basato le fondamenta esili della storia di Revenant - Redivivo.
Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki, Robert Richardson, John Seale, Roger Deakins, Ed Lachman
Difficile dire chi la spunterà tra le nevi di Iñarritu e Tarantino: le distese bianche e sospese alla Malick di Emmanuel Lubezki per The Revenant o lo spettacolare 70mm di Robert Richardson per The Hateful Eight? Di certo sono i candidati più probabili per la vittoria. I colori ultrasaturi di John Seale per Mad Max e la fotografia polverosa del grande Roger Deakins per Sicario non sembrano poter reggere il confronto. Ed Lachman, direttore della fotografia di Carol, è destinato ad applaudire il vincitore, ma si conquista una nota di merito per l’originale e colorata pellicola 16mm utilizzata per il film di Todd Haynes.
Miglior attore protagonista: Leonardo DiCaprio, Eddie Redmayne, Michael Fassbender, Matt Damon, Bryan Cranston
Sarà la volta buona per DiCaprio? Alla quarta nomination come migliore attore e alla sesta in totale, la sua interpretazione muscolare per l’ultima opera di Iñarritu sembra essere quella giusta, ma le sfumature delicate di Eddie Redmayne in The Danish Girl sono una seria insidia, nonché una vittoria più meritata. Dalla sua c’è il fatto che nessun attore, escluso Tom Hanks con il binomio Philadelphia-Forrest Gump, ha mai vinto l’Oscar per il miglior attore per due anni di fila, e Redmayne l’ha già portato a casa lo scorso anno per La teoria del tutto. Michael Fassbender segue terzo con il suo complesso Steve Jobs, mentre Bryan Cranston e Matt Damon servono soltanto a completare la cinquina.
Miglior attrice protagonista: Saoirse Ronan, Charlotte Rampling, Brie Larson, Cate Blanchett
Se la dolente Brie Larson per Room sembra favorita, sicuramente potrà dire la sua anche Charlotte Rampling, fine e soave protagonista di 45 years di Andrew Haigh. Una nota particolare va però alla giovanissima Saoirse Ronan (già Susie in Amabili resti di Peter Jackson e Agatha in Grand Budapest Hotel di Wes Anderson), meravigliosa e ricca di sfumature nel dare vita corporea alla crescita intima dell’immigrata irlandese Eilis a Brooklyn; una lezione di recitazione gratuita per Rooney Mara, monocorde interprete dell’analogo Carol – racconto di formazione di una giovane timida e insicura ambientato addirittura nello stesso tempo e luogo: New York, 1952 –, per cui infatti è stata candidata la co-protagonista Cate Blanchett. Certo, c’è sempre in agguato Jennifer Lawrence, candidata per Joy, che Hollywood adora soprattutto quando interpreta le eroine del quotidiano di David O. Russel.
Miglior attore non protagonista: Mark Ruffalo, Tom Hardy, Christian Bale, Mark Rylance, Sylvester Stallone
Tra Christian Bale per La grande scommessa e Mark Rylance per Il ponte delle spie, in due ottime interpretazioni senza note superlative, la battaglia sarà tra le due grandi performance di Mark Ruffalo in Il caso Spotlight, che incarna lo scorbutico e idealista Michael Rezendes, giornalista del Boston Globe, e Tom Hardy in The Revenant, nella parte dello spietato Fitzgerald avversario dello Hugh Glass di DiCaprio. Dio ci scampi e ci liberi da un’eventuale vittoria di Stallone candidato per Creed – Nato per combattere, dove interpreta Rocky Balboa per la settima volta (già, la settima, e se lui non si è stancato di interpretarlo sicuramente ci siamo stancati noi di guardarlo).
Miglior attrice non protagonista: Alicia Vikander, Jennifer Jason Leigh, Rachel McAdams, Kate Winslet, Rooney Mara
Kate Winslet, per Steve Jobs, e Rachel McAdams, per Il caso Spotlight, si meritano le nomination più per il loro percorso che per le loro ottime ma non straordinarie interpretazioni, un gradino al di sotto dell’energica Alicia Vikander, moglie di Eddie Redmayne in The Danish Girl, e di Jennifer Jason Leigh, rabbiosa e potente in The Hateful Eight di Tarantino. Candidata inspiegabile anche Rooney Mara per Carol, dove incarna la protagonista esibendosi con la stessa gamma espressiva di Stallone (non a caso l’Academy l’ha candidata nella categoria sbagliata, non essendosi accorta che era la protagonista).
In un anno ricco di storie affascinanti e meravigliosamente scritte, tra i candidati per la miglior sceneggiatura originale spicca Ex Machina di Alex Garland (sceneggiatore di 28 giorni dopo e Sunshine di Danny Boyle), ma il testa a testa si preannuncia tra due script: Il caso Spotlight e Inside Out. Tra i candidati per quella non originale, d’altro canto, nonostante risuoni prepotente il nome di Nick Hornby per la scrittura di Brooklyn, il lavoro di Charles Randolph e Adam McKay per La grande scommessa sembra una spanna sopra agli altri. Per gli Oscar tecnici, poi, il grande scontro sarà tra i due esplosivi blockbuster Mad Max: Fury Road e Star Wars: Il risveglio della forza, mentre la statuetta al miglior film di animazione sembra destinata ad Inside Out della Pixar, nonostante il notevole Anomalisa, poetico stop-motion di Charlie Kaufman e Duke Johnson in questi giorni nelle nostre sale. In un anno in cui l’unico nostro film in concorso è Youth - La giovinezza di Sorrentino, peraltro indirettamente con la candidatura alla miglior canzone per Simple Song #3 di David Lang, l’Italia si troverà a fare il tifo per l’unico italiano candidato, il grande Ennio Morricone. Il compositore romano è autore delle musiche The Hateful Eight, l’ottava opera di Quentin Tarantino, e l’ottavo italiano ad entrare nella Walk of Fame di Hollywood con una stella che porta il suo nome. La cerimonia, celebrata ieri a poche ore di distanza dalla notte degli Oscar, ci fa ben sperare.
Commenta