Time

Pink Floyd: The Dark Side of The Moon

Il ticchettio degli orologi, il lontano suono delle sveglie che riecheggia, una delicatezza sospesa prima che le percussioni irrompano a spezzarla, a scandire i momenti di un giorno noioso. Il 1° marzo 1973 usciva negli Stati Uniti The Dark Side of the Moon, 50 milioni di copie in tutto il mondo, registrato ad Abbey Road con il mago del suono Alan Parsons, prima tecnico poi fondatore degli Alan Parsons Project. Un corpo unico di eterogenea meraviglia con le celeberrime Money e The Great Gig in the Sky e lo stupendo binomio di chiusura composto da Brain Damage e Eclipse la cui forza rimane intatta. Su tutte però, sulla raffinata Breathe e la pomposa Us and Them, spicca l'indimenticabile Time dove la commistione di suoni, accordi e parole tocca vette assolute, culminando nella ripresa di Breathe, per tornare a casa di nuovo. E i Pink Floyd corrono, corrono per raggiungere il sole che affonda anche se ogni anno diventa più breve, con piani che finiscono nel nulla o in una mezza pagina di righe scribacchiate. Di anni ne sono passati, il Muro è caduto, i Pink Floyd si sono sciolti, ma Time è ancora lì, distillato di bellezza, scolpita nel tempo.


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