Slobodan Milošević
Požarevac, 20 agosto 1941 – L'Aia, 11 marzo 2006
Inizia nella Lega dei comunisti di Iugoslavia (1959) il cammino politico che porta Slobodan Milošević alla Presidenza della Serbia come leader del neonato Partito socialista (1990): deciso ad avversare l’etnia albanese egemone nel Kosovo subito privato dell’autonomia, Milošević darà al risorto nazionalismo serbo, cui appare favorevole fin dal discorso celebrativo per il seicentesimo anniversario della battaglia della Piana dei Merli (28 giugno 1989), un sostegno militare che nella Guerra Civile Iugoslava (1991-5) si traduce, specie in Bosnia, in numerosi massacri di civili e militari. Chiuso il conflitto con gli accordi di Dayton (1995), Milošević si manterrà al potere come Presidente della Iugoslavia (1997) malgrado la crescente opposizione interna e internazionale al suo autoritarismo, finché la nuova crisi del Kosovo, degenerata presto in guerra, non lo trascinerà verso una fine politica decisa prima dal duro intervento militare Nato (1999) e poi dalle proteste di piazza che, con l’occupazione del parlamento, lo costringono a riconoscere la vittoria elettorale del leader dell’opposizione Vojislav Koštunica (2000). Incriminato dal Tribunale penale internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità commessi nei confronti degli albanesi del Kosovo, Milošević sarà consegnato (2001) per morire nella propria cella in circostanze misteriose.
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