Sisto V
Grottammare, 13 dicembre 1520 – Roma, 27 agosto 1590
Dall’umiltà delle origini il giovane Peretti si cava entrando nell’ordine dei frati minori conventuali e, dottore in teologia (1548), conosce a Roma Michele Ghislieri: questo lo raccomanderà come consultore del Sant’Uffizio (1560) e, quale papa Pio V, lo eleverà sino alla porpora (1570). Dopo quindici anni di basso profilo, giunge inaspettata l’elezione al soglio pontificio d’un Felice Peretti (1585) che saprà invece rivelarsi energico sovrano della cristianità cattolica: da una parte efficienta la giustizia contro il banditismo, centralizza il potere a scapito della nobiltà feudale, riassesta le finanze statali con accorta gestione; dall’altra con la costituzione apostolica Immensa aeterni Dei (1588) riordina la Curia secondo quindici congregazioni cardinalizie permanenti, ripartite tra secolo e spirito, mentre comanda la nuova edizione della Bibbia che, corretta, sarà quella Vulgata sisto-clementina (1592) che Roma terrà per testo sacro fino al 1979. Così, all’incrocio di due direttrici dello sviluppo moderno della cattolicità post-tridentina – la riorganizzazione del governo della Chiesa sotto un pontefice monarca e il disciplinamento dell’esperienza religiosa – Sisto V s’afferma forte della lungimiranza europea per cui, seguitando inesauribili le guerre di religione in Francia, nell’ottica d’un’agognata pacificazione continentale in chiave antiturca, vorrà avviare le trattative con Enrico IV di Borbone, presto convertito.
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