Sandro Pertini
San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990
Per attivarsi in politica a favore delle classi lavoratrici il giovane reduce Sandro Pertini s’iscrive al PSI (1918), ma dal dopoguerra gli verranno prima la sfida politica e poi la repressione poliziesca del fascismo. Alla ferma risoluzione di opporre all’egemonia del regime la testimonianza d’una presenza democratica e libertaria Pertini consacra prima carcere e confino e poi, quand’è liberato nell’agosto 1943 e rifonda con Nenni e Saragat il Partito Socialista, la Resistenza: in lotta fin da Porta San Paolo, sarà tra i massimi dirigenti del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia fino all’insurrezione generale del 25 aprile 1945. Padre costituente, senatore, deputato, direttore dell’«Avanti!» e sempre fiero assertore dell’autonomia del PSI come dell’unità delle sinistre, Pertini sarà chiamato a succedere al dimissionario Presidente Leone: mettendo a frutto la forza comunicativa e il peso politico d’un linguaggio semplice ed efficace quanto duro nel pronunciarsi su mancanze e pochezze della classe dirigente, nel drammatico periodo degli ultimi anni di Piombo Pertini vorrà dare nella soluzione di alcune crisi di governo un’interpretazione più attiva della carica e delle funzioni di Presidente della Repubblica, all’insegna d’un personalismo che con lui fa la sua prima grande entrata nella politica italiana.
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