Robert Boyle
Lisimore Castle, 25 gennaio 1627 – Londra, 31 dicembre 1691
Settimo figlio maschio del primo conte di Cork e già studiosissimo ad Eton, Robert Boyle potrà continuare il suo grand tour (1639-44) malgrado la ribellione d’Irlanda del 1642. Tornato a casa, scriverà di devozione prima che, entrato nell’Hartlib Circle (1649-55), lo conquisti l’investigazione della natura, secondo il metodo sperimentale appreso leggendo Galileo, che l’occuperà quasi tutto tra Oxford (1656-68) e Londra: attivissimo, contro la salute sempre malferma, nel cosiddetto Invisible College – schiera di giovani menti che, contro il paradigma peripatetico-scolastico, fonderà la Royal Society (1660) sulla nuova filosofia naturale votata alla sperimentazione – Boyle troverà in Robert Hooke il collega ideale per condurre, con un’innovativa pompa ad aria, ricchi studi sperimentali (specie su vuoto e pressione) coronati dalla Legge di Boyle, che stabilisce un rapporto di proporzionalità inversa tra volume e pressione di un gas. Malgrado si conservi nell’alchimia, Boyle sarà considerato padre della chimica per lo Sceptical chymist (1661), lavoro fondato su un’ipotesi corpuscolare come visione meccanicistica della natura in cui Boyle delinea, tra le altre cose, il concetto di elemento. Nel Christian Virtuoso (1690) vorrà invece affermare, contro l’ateismo rampante, la possibilità di comprendere la divinità nello studio scientifico della natura come opera di Dio, cosi armonizzando scienza e fede nella figura d’uno scienziato cristiano.
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