Pieter de Hooch
Rotterdam, 20 dicembre 1629 – Amsterdam, 1684
Se alla pittura s’inizia ad Harlem, presso Claes Berchem, de Hooch matura entro la “scuola” pittorica fiorita nella Delft di Jan Vermeer: lavorando tra qui, dov’è fin dal 1653, Den Haag, Leiden e Amsterdam, Pieter de Hooch passa da scene militari vicine alle bambocciate allora di moda a dipingere scene di genere calate all’interno o nei cortili delle case olandesi. Mettendo a frutto la propria maestria nel diversificare la resa delle superfici attraverso gli effetti della luce, nell’informare a perfetta compiutezza figure disposte con grande distinzione compositiva, de Hooch rappresenta con uguale intensità ambienti, oggetti e personaggi dell’intimo mondo domestico che la società olandese ha saputo conquistarsi rifondando se stessa, contro l’invasivo e sconfitto dominio spagnolo, su un dinamico equilibrio tra pubblico e privato: risaltano per la serenità d’una luce calma e limpida, per la vivezza d’una gamma cromatica ricca di sfumature opere considerate tra le più raffinate e popolari dell’arte neerlandese, anche grazie alla loro capacità di rappresentare la tranquilla quotidianità d’un piccolo mondo pacificato (Cortile di casa olandese, Ritratto di famiglia in cortile, Madre presso la culla, L'armadio della biancheria, Cure materne).
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