Per quando torneremo | Un ebook per la quarantena
L'iniziativa letteraria benefica di un gruppo di lettura il cui ricavato va agli ospedali che affrontano il Covid-19
Arzachena Leporatti andava in una classe della mia stessa scuola. Non ci parlavamo molto ma ricordo che una delle poche volte in cui ci siamo scambiati due parole io avevo in mano il giornalino scolastico che ai tempi dirigevo e vendevo (non molto legalmente) assieme agli altri redattori durante la ricreazione e le assemblee studentesche. Durante un’assemblea la trovai seduta a terra a gambe incrociate nell’atrio insieme a una sua amica: “Di cosa parla il numero?”. “Ci sono un po’ di articoli di attualità, altri sulla scuola e uno speciale sul cinema di Quentin Tarantino”. “Tarantino è uno dei miei registi preferiti!”, mi disse. E lo comprò. Una decina di anni dopo lessi il suo nome tra i partecipanti di una serie di incontri con editori che avevamo organizzato a Firenze RiVista 2016, le scrissi in chat. «Ciao Arzachena, come stai? Ma ho saputo in ritardo che eri tra gli ammessi agli incontri a porte chiuse del nostro festival! Mi sbaglio? Avevo visto il post in cui parlavi della pubblicazione di un tuo lavoro in una raccolta, non sapevo scrivessi!» – da lì ho cominciato a veder comparire i suoi racconti su riviste tra cui Tuffi, Inutile, Cadillac, Pastrengo, Donne Difettose, il suo nome era sulla copertina del numero 25 di Colla. A dicembre 2019 a Prato ha fondato insieme a Sara Ruperto IL CLEB, un book club che legge libri scritti da donne, che nei giorni dell’emergenza coronavirus ha pubblicato l’ebook Per quando torneremo. Racconti e poesie di molti, per gli altri, una raccolta il cui ricavato sarà devoluto ad alcuni ospedali italiani. L’ho chiamata: «Ciao Arzachena, come stai? Ma ho saputo che avete fatto uscire un ebook!».
Di solito un gruppo di lettura discute di opere di altri, invece voi vi siete messe a fare qualcosa di vostro. Cos’è IL CLEB?
Siamo nate a dicembre a Prato (nella foto della loro pagina Facebook ufficiale Sara a sinistra e Arzachena a destra). IL CLEB è un gruppo di lettura con il focus su opere scritte da donne – tutte autrici donne con la particolarità di essere voci contemporanee, quindi romanzi usciti da poco: due libri su tre che abbiamo letto sono opere prime, ci piacciono romanzi di esordienti e autrici contemporanee e questa è l’impronta che abbiamo voluto dare.
Rispettando la nostra prassi vacanziera ogni membro della famiglia doveva ricoprire al meglio il compito che gli era stato affidato. Visto che eravamo solo in tre, a decidere i ruoli era stato il capofamiglia, il quale – data anche la sua tendenza allo sdoppiamento di personalità – né io né mia madre avevamo mai osato contrariare. Era con involontaria soggezione che mi alzavo poco prima dei miei, facevo colazione in fretta e preparavo uno zaino con dentro retini e secchielli, che mi sarebbero serviti a pescare le bavose in solitaria. Lei, invece, che dopo anni di tentativi per rendersi invisibile al marito era diventata un fantasma, doveva invece pensare a procurarsi due bottiglie d’acqua ghiacciata, un panino a testa per il pranzo e un libro Harmony, nel quale avrebbe affogato i suoi pensieri come un ubriaco fa con l’alcool, cercando di mimetizzarsi con la sabbia.
Dal racconto In un precario equilibrio di Beatrice Galluzzi
Avevate già prodotto qualcosa?
Siamo nati da pochissimo: abbiamo fatto l’inaugurazione il 18 dicembre, molto partecipata – e lì ci siamo dette “Ok, forse c’era necessità di confrontarsi su letture e libri”, dato che a Prato di esperienze simili c’era soltanto il gruppo della biblioteca. Questo ebook è il primo prodotto indipendente, un’antologia di inediti, questo perché oltre al gruppo di lettura ci piacerebbe cominciare a fare cose nostre: call di questo tipo, eventi, workshop. Infatti avevamo coinvolto Alessandra Minervini, autrice di Overlove uscito nel 2016 con LiberAria, che sarebbe venuta proprio questo weekend a fare un incontro di scrittura e di lettura sui temi dell’amore e della morte che è stato rimandato per ovvi motivi, ma abbiamo pubblicato un suo racconto nell’ebook.
Avete provato a continuare l’attività del gruppo senza fare gruppo, insomma.
Esatto. Per gli incontri di questo mese abbiamo creato un gruppo Facebook e ci stiamo confrontando lì sul libro che era proprio quello della Minervini, perché lei sarebbe venuta sia per il laboratorio sia per incontrare il lettori del gruppo. Abbiamo ovviato con i mezzi digitali, non è la stessa cosa però è un modo di continuare l’attività.
ci voleva la quarantena
a sollevare il problema
un’interruzione di scena
ci voleva per riavvicinarci
per riavvolgere i nastri
per ritrovarsi
per capire che ci si è un po’ persi
ci voleva il mancarsi
per tornare a guardarci
ad amarci come solo gli umani sanno amarsi
Martina Barazzutti
Il titolo da dove nasce?
Per quando torneremo è una scelta che va sul poetico: per quando ritorneremo nella quotidianità, a quello che abbiamo lasciato, che riprenderemo magari con più paura o meno paura di prima, per quando ritorneremo a fare le cose nella normalità.
Al di là dell’opera che avete fatto devo dire che l’ebook è rinfrescante perché: 1. Non ci sono gli stessi nomi che si vedono in tutte le antologie, 2. La maggior parte delle firme è di donne, anche se la call era aperta a tutti.
Abbiamo fatto una piccola selezione, perché era arrivata veramente tanta roba. È nato tutto un po’ per caso: io ho scritto direttamente a degli autori della mia cerchia e a poeti della mia collana – Arzachena ha pubblicato la sua prima raccolta poetica dal titolo Anatomia di una convivenza con Interno Poesia nel 2018 – e alla fine l’abbiamo allargata a tutti, però alla fine effettivamente sono arrivate principalmente cose da autrici femminili. Anche le illustrazioni sono di Martina Filippella e di Francesca Bonazzi, che per amicizia e a supporto del progetto ci hanno donato queste illustrazioni apposta per l’ebook.
Chiude il bar alle sette e trenta esatte, quando la luce è viola e anche la sera – come lei – sembra mentire. Vorrebbe imitare l’alba, per un tempo brevissimo, e poi si rivela per quello che è: notte, buio, silenzio. Cammina sul marciapiede stretto, abbastanza grande per una persona e un cane al guinzaglio. Per raggiungere il palazzo semivuoto non deve mai cambiare strada, potrebbe andare avanti a occhi chiusi, contare i passi e mantenersi dritta in equilibrio come un funambolo. A volte lo fa: crede di essere il filo oppure l’equilibrista che ci cammina sopra. Lungo la via di casa incontra un tabacchi, un macellaio, un punto scommesse, un bar ma non come il suo, è uno di quelli per gli aperitivi e il dopo cena – un ristorante greco, una saracinesca chiusa da mesi con sopra un cartello giallo sbiadito, un altro bar come il suo, due porte di abitazioni private, un muro impiastrato e poi una lunga e folta siepe di alloro. Sembra tutto normale, tutto come una volta. Quale volta? Quale momento le sembra come quello? Potrebbe essere quando viveva con i nonni, anche loro avevano piante d’alloro e fiori rossi.
Dal racconto Natrix di Benedetta Bendinelli
Tra l’altro mi fa molto piacere che nell’ebook vi siate ritrovate tu, Benedetta Bendinelli e Elisabetta Meccariello, tre delle autrici della nostra raccolta Forme d’autore. Cinque racconti d’arte urbana. Quella era ovviamente un’iniziativa diversa, distribuita gratuitamente per l’anniversario dell’opera Tempo di Karavan, mentre il vostro ebook è a pagamento e per una bella ragione: i soldi che raccogliete vanno agli ospedali che in queste settimane stanno affrontando l’emergenza del Covid-19. Quanto avete raccolto e come funziona?
Da lunedì 23 abbiamo raccolto quasi 900 euro: la donazione si fa tramite Paypal sul sito, poi la donazione arriva a noi che abbiamo deciso di donare l’80% all’ospedale di Prato sia per vicinanza geografica – è l’ospedale della nostra città – sia perché sappiamo che ospiterà ricoverati di territori dove gli ospedali sono già pieni, mentre il 20% ci siamo riservati di donarli ad un’altra struttura del Centro Italia. Lasceremo attiva la donazione fino a fine aprile.
Secondo te che cosa può dare e fare di concreto questa raccolta, al di là della donazione agli ospedali che mi sembra già una donazione abbastanza concreta?
L’idea nasce principalmente da un fatto, ovvero la cancellazione del laboratorio. Ci siamo chieste: Possiamo fare comunque qualcosa di alternativo, che faccia gruppo senza fare gruppo, come dicevi prima, e che possa essere fruibile da tutti nonostante il regime di quarantena? È stata un’idea abbastanza naturale quella di riunire tutti e fare questa cosa insieme. A parte l’aspetto delle donazioni c’è anche l’esigenza di non fermarsi, di rimanere attivi, di rimanere in contatto, di utilizzare la passione e la professione in un momento così per lasciare un gesto concreto.
Per donare e ricevere l'ebook andate sul sito Per quando torneremo
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