Paul Cézanne
Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Ivi, 22 ottobre 1906
Rapito dal disegno fin dal liceo, quando stringe amicizia con Zola, Paul Cézanne supererà le resistenze paterne per farsi pittore. A Parigi (1861) ignora, ricambiato, l’ufficialità dell’Accademia e piuttosto va al Louvre per ammirare veneziani e spagnoli. Intanto sugge Courbet come Delacroix e Daumier, frequenta gli impressionisti, specie il caro Pissarro, e se il Salon (ovviamente) lo rifiuta lo farà esporre Nadar (1874). Ritiratosi nella nativa Aix-en-Provence, Cézanne si dedica accanitamente alla ricerca artistica, isolandosi per vent’anni, finché alcune esposizioni cominciano a farlo conoscere. Con la retrospettiva del 1906 ogni movimento di reazione all’impressionismo, ogni avventura cubista prende a rifarsi alla sua vasta e complessa opera, ricca di paesaggi e nature morte più che di ritratti. Sempre en plein air e risoluto a dipingere secondo le sensazioni suggerite dallo stretto contatto con la natura, ma assai meno degli impressionisti interessato a restituire l’immediatezza delle emozioni, Cézanne compone nitidamente la struttura dello spazio e cerca nella pienezza dei colori la pienezza dei volumi e delle forme da cui trae le sue immagini, avviando con tecnica meticolosa e ponderata un processo di semplificazione che dà alle sue figure un carattere monumentale ed eterno, una silenziosa grandezza in cui si rintraccia l’orma, più che dei sensi, di una coscienza contemplatrice.
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