Pancho Villa
Durango, 5 giugno 1878 – Parral, 20 luglio 1923
Nasce peone in una hacienda il Doroteo Arango Arámbula che a sedici anni ammazza un padrone reo di aver insidiato la sorella ed è costretto a riparare sulle montagne, dove fuggiasco diventa Francisco «Pancho» Villa per aderire, nel 1909, alla rivolta che Francisco Madero scatena contro Porfirio Díaz, dittatore del Messico. Sul campo l’autodidatta Villa dimostra capacità e carisma tali da imporlo tra i leader della Rivoluzione messicana (1911-17), ma il guerrigliero si rimette presto alla fuga, perseguitato da quel generale Victoriano Huerta fattosi dittatore nel 1913 che Villa stesso fronteggerà insieme a Venustano Carranza. Ancora isolato dopo la rottura con quest’ultimo, Pancho Villa si associa a Emiliano Zapata per diffondere nel Messico settentrionale la rivolta contadina, in continuità con l’originaria aspirazione antipadronale, ma le sanguinose provocazioni compiute al confine statunitense per destabilizzare il governo Carranza spingeranno Woodrow Wilson a dare la caccia a un uomo imprendibile che solo la morte di Carranza e l’ascesa al potere di Alvaro Obregón riusciranno a portare, deposte le armi, in quel ranch di Parral dove poco più tardi l’ombra della sua popolarità gli attirerà assassini.
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