Oscar Monet
Parigi, 14 Novembre 1840 – Giverny, 6 Dicembre 1926
Dotato caricaturista, adolescente a Le Havre Oscar Monet comincia a guardare alla pittura di paesaggio: la giovinezza, terribile in miseria, sprezzo della critica e pulsioni suicide, passa tra la pittura dal vivo di Champigny-sur-Marne, l’Algeria del servizio militare – che lo inizia alla radicalità del mutamento dei paesaggi, della luce che li forma – Parigi e Chailly-en-Bière, dove conosce, tra gli altri, Pissarro e Renoir. Ha superato il realismo di Courbet e la luminosità di Corot quanto la lezione di Manet, ha schiarito la tavolozza dei colori e preso a distillare la pittura dalle fonti luminose, in Constable e Turner ha trovato conferma, per restituire il paesaggio sulla tela, alla ricerca di mobili e volàci effetti di luce e d’atmosfera, quand’è il maturo ideatore dell’epocale esposizione di artisti indipendenti nello studio di Nadar (1874): allora, facendo del sarcasmo sul suo Impression. Soleil levant, il critico Leroy s’inventa l’Impressionismo. Passato dallo studio acquatico d’Argenteuil (1866-78) a Vétheuil (1878-86), lascia a Giverny capolavori cavati dagli effetti della declinazione della luce nel tempo, dalla Cattedrale di Rouen a quell’imponente serie delle Ninfee, oggi all’Orangerie, che forse illumina l’ormai antico Monet come lo spirito più lucido, deciso ed efficace d’un movimento rivoluzionario che ha indubbiamente vissuto da protagonista.
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