Nazario Sauro
Capodistria, 20 settembre 1880 – Pola, 10 agosto 1916
Nasce istriano e ancora suddito dell’aquila asburgica il Capitano Marittimo Nazario Sauro: ma sull’Adriatico, che gli è ben noto per il lungo servizio prestato sulle navi mercantili e che lo vede omaggiare il principio mazziniano dell’indipendenza di tutti i popoli col contrabbando d’armi ai patrioti albanesi in lotta contro Istanbul, Sauro tornerà da Tenente di Vascello della Regia Marina italiana, quando l’irredentismo che pulsa forte nella sua Capodistria e che dà nome ai suoi figli l’avrà spinto nel settembre del ’14 a sacrificare posizione e professione per passare all’Italia e, allo scoppio della guerra, arruolarsi volontario. Pilota per numerose missioni su unità siluranti subacquee e di superficie, Sauro s’imbarca sul sommergibile Giacinto Pullino per effettuare un’incursione su Fiume (estate 1916); ma il mezzo s’incaglia all’imbocco del golfo del Quarnaro, l’equipaggio deve abbandonarlo e Sauro, solo su un battello, è intercettato e catturato dal nemico. Nel processo che la Marina austriaca gli intenta per alto tradimento, sarà la testimonianza di parenti rimasti fedeli all’Imperatore Re a determinare per Sauro una condanna a morte che dall’altra parte del fronte lo consacra con Oberdan e Battisti al culto oggi decaduto dei martiri delle terre irredente.
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