Michele Serveto
Villanueva de Sigena, 19 settembre 1511 – Ginevra, 27 ottobre 1553
Sdegnato dallo spettacolo della consacrazione imperiale imposta a Carlo V dalle mani di Clemente VII (1530), lo spagnolo Miguel Servet lascia i dottori in legge della Sorbona per cercare Erasmo a Basilea. Trova la Riforma di Zwingli, prossima ad affidare al potere civile la legge evangelica e fermissima sul dogma della Trinità che Michele Serveto vorrà invece negare, sostenendo che non per natura ma per grazia l’uomo Cristo fu fatto Dio dal Padre (De trinitatis erroribus, 1531); la condanna del battesimo agli infanti ravviva il rogo dei suoi libri. Rifondatosi nel medico Michel de Villeneuve, dalle scoperte sulla circolazione polmonare Serveto torna alla teologia nella Christianismi Restitutio (1546): il Cristianesimo può rigenerarsi solo separando la Chiesa dal potere civile, contro la tradizione «costantiniana» invalsa dopo il Concilio di Nicea (325). Ma degli autografi che proprio Serveto gli invia ansioso di approvazione, il riformatore Calvino si servirà per farlo denunciare all’Inquisizione di Lione quando l’opera esce clandestina (1553). Durante il processo Serveto s’invola per l’Italia, ma il passaggio obbligato per Ginevra lo precipita nelle mani di Calvino: nella Ginevra dominata dal Concistoro, il fondamento antitrinitario, anabattista e anticostantiniano del pensiero di Serveto è un pericolo sociale eliminabile soltanto col rogo. La controversia sulla tolleranza religiosa che così fu accesa divampa ormai da più di quattro secoli.
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