Michel de Montaigne
Bordeaux, 28 febbraio 1533 – Saint-Michel-de-Montaigne, 13 settembre 1592
Figlio di mercanti bordolesi ascesi a nobiltà, Michel è nutrito all’ampia mensa degli umanisti e poi rimesso agli studi di diritto che gli danno accesso ad una lunga carriera nel parlamento di Bordeaux. Quando lascia la vita politica, nel 1570, per ritirarsi in meditazione nelle sue terre, la Francia è percorsa dalle prime guerre di religione: già qui stupisce uno spirito capace di più prospettive in un mondo in lotta tra paradigmi contrapposti. Stoico e quindi consapevole delle catene che legano l’uomo al mondo, ma pure scettico e dunque capace di liberarsene, nei suoi Saggi Montaigne conduce un’opera di profondissima introspezione, un filosofare autobiografico che lo porta a riconoscere i limiti della condizione umana e delle possibilità della conoscenza. Lo sguardo sempre rivolto a se stesso non impedisce, anzi stimola il dialogo con gli altri, e tra le esperienze proprie e quelle altrui in una meditazione non più religiosa, ma laica e filosofica che segna l’apice conclusivo del Rinascimento europeo.
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