Mario Monicelli
Viareggio, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010
L’interesse per il cinema che lo prende al liceo porta un giovane Monicelli a girare con una 16 mm I ragazzi della Via Paal, che nel ’35 gli vale un premio a Venezia e gli apre le porte della professione. Laureato in storia e filosofia nel ’40, a guerra finita Mario Monicelli si mette con Steno a sceneggiare con uguale abilità dal drammatico al comico, ed è qui che si specializza per cominciare a girare i suoi film. È in collaborazione con Age e Scarpelli che nel 1958 Monicelli manda in sala I soliti ignoti, che impone una svolta al cinema nazionale: è l’alba di quella «commedia all’italiana» che, nelle parole del regista, trova la sua specialità nel «trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici». Così è per il vincitore del Leone d’Oro ’59: La grande guerra è una grande prova di quella tensione antiretorica e smitizzante che, tutta intesa alla critica del costume e della politica italiani e insieme intessuta di un umorismo graffiante e originale capace di catturare un enorme successo di pubblico, darà forma ad una produzione cinematografica lunga decenni.
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