Mare Monstrum
Perché l'acqua ci fa così paura, cosa ci nasconde? Squali, kraken, balene, Godzilla e altri mostri terrificanti
Tra le sfide dell’uomo l’acqua è da sempre la più grande. Frontiera e direzione, orizzonte e limite del nostro sguardo, delimita il mondo conosciuto e lo avvolge completamente, tanto da farne un’unica grande isola. Lo avvolge come avvolge il neonato nella pancia della madre, quando il suo corpo è acqua per più del 70 percento e dentro quell’acqua vive serenamente fino al momento del parto, in cui se ne libera con le lacrime del primo pianto. Eppure, dopo nove mesi di sana convivenza, l’uomo deve ricominciare da zero: imparare a stare a galla, imparare a nuotare per evitare che la stessa acqua che l’ha cullato lo uccida. Subentra allora la paura, figlia di un naturale istinto di sopravvivenza, una paura che però è freno e fremito, spinta ulteriore a conoscere e a scoprire. E se nuotare non basta bisogna navigare, spingersi oltre la terraferma, oltre le colonne d’Ercole, oltre il mondo che conosciamo e che possiamo controllare. Ma cosa si nasconde nelle infinite distese d’acqua verso cui ci avventuriamo? Le grandi esplorazioni hanno espanso per secoli i confini del mondo conosciuto, moltiplicando allo stesso tempo gli avvistamenti di esseri esotici colossali e sconosciuti, divenuti negli occhi dei navigatori pericolosi e bestiali mostri marini: calamari giganti, enormi pescecani, kraken, balene-isola, cetacei dentati. Leviatani a guardia del mare che divorano i marinai e spezzano le navi, con la furia irrazionale di un Poseidone che si abbatte su moderni Ulisse. Oggi, che una riveduta razionalità e un po’ di sano scetticismo hanno quasi del tutto cancellato i mostri dal mare, la paura dell’acqua non è svanita. E a ragione.
Il Titanic ci ha insegnato a temere gli oceani, Lo squalo ci ha scoraggiato dal fare il bagno in mare, persino le piscine sono off-limits dopo la prima stagione di Stranger Things
Il Titanic ci ha insegnato a temere gli oceani, Lo squalo ci ha scoraggiato dal fare il bagno in mare, persino le piscine sono off-limits dopo la prima stagione di Stranger Things. Per non parlare delle vasche, da Nightmare in poi. Quello che si nasconde sotto il pelo dell’acqua, quello che non vediamo, ancor prima delle bocche dentate dei mostri marini nutre la nostra immaginazione. E allora, come scrive Lorenzo Masetti in Chi ha paura delle bestie immaginarie?, se qualcosa ci sfiora la gamba «la ragione ci suggerisce che è una carpa o un’alga, ma la paura di non poterlo verificare sprigiona la nostra fantasia figurando tutte le peggiori possibilità allo stesso tempo: un serpente velenoso, un malvagio pesce-gatto coi suoi baffetti orrendi, un luccio, uno di quegli strani pesci mutanti di Chernobyl portato lì da uno spostato, un pesce siluro». E l’immaginazione subito rialimenta le nostre paure, il terrore che l’acqua scura degli oceani e gli angoli bui sotto gli scogli celino orrende bestie arrabbiate superiori in grandezza e in numero, visto che anche la Terra, divertente paradosso, è composta per il 70 percento di acqua. Che cosa possiamo fare quindi, se non scandagliare i mari in cerca delle creature tanto temute, cacciarle ossessivamente come la balena bianca di Achab ed elencare queste paure una per una, mostro per mostro, e così tentare di esorcizzarle. Noi, in questo Mare Monstrum, ci abbiamo provato. Cosa abbiamo ottenuto? Che adesso non riusciamo più a nuotare in mare senza l’ansia.
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Indice
Mostri molto belli
Breve e inesaustivo catalogo di mostri marini
La bestia del mare
Leviatano, di Niccolò Sbolci
Di tentacoli e Tentacruel
Kraken, di Giovanni Caboto
Chi ha paura delle bestie immaginarie?
Lo Zaratan, di Lorenzo Masetti
Notizie dall'Ufficio Creatura Gigantesca
Godzilla, di Emanuele Giusti
Shark Party
Il pescecane, di Andrea Caciagli
Letture da spiaggia
Libri agili e veloci per abbronzarsi l'ego
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