Marco Valerio Marziale

Augusta Bilbilis, 1º marzo 38-41 – Augusta Bilbilis, 104

Educato a Tarragona in grammatica e retorica, Marziale è a Roma dal 64; qui, come i suoi conterranei Seneca, Lucano e Quintiliano, spera di far fortuna. Indifferente alla carriera forense che gli darebbe una vita di agi, si dà interamente all’attività letteraria: scrive epigrammi. L’esordio, nell’80, lo consacra subito ad un grande successo e lo ammette al favore prima di Tito e poi di Domiziano. Nelle sue mani l’epigramma diventa strumento letterario, rapido, tagliente e realistico, contro la pesante astrattezza dell’epica e della tragedia. Dalle sue opere, dai suoi personaggi e da sé stesso, sempre presente nei suoi scritti, trasuda ora comicità, ora raffinatezza, ora sconcezza, ora dolore per l’odiata vita da cliente. Inconciliabile con il rigore morale imposto dal nuovo regime di Nerva prima e di Traiano poi, che gli rimproverano i legami con Domiziano, Marziale si ritira a vita privata nel suo paese natale, dove continua a scrivere assiduamente fino alla morte.


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