Maometto II

Adrianopoli, 29 marzo 1432 – Istanbul, 3 maggio 1481

Al padre Murad II, che già nel 1444 abdica in suo favore ma deve riprendersi il trono per restituire stabilità politica al regno e respingere i crociati europei, Mehmed succederà definitivamente nel 1451: allestita un’imponente armata di spade, vele e cannoni, con la presa di Costantinopoli (1453) realizza un’ambizione lungamente covata e trova un posto, con Gutenberg e Colombo, nel battere il ritmo del tempo. Su più livelli Maometto II impone un ordine nuovo: nei rapporti tra la corte, le élites e il sultano, che riorganizza con autocratico pugno di ferro a proprio vantaggio; nel diritto, che ricodifica; a Bisanzio, rifatta islamica in Istanbul, ma insieme ripopolata d’italiani e greci, perché sia la degna capitale cosmopolita d’un nuovo impero mondiale il cui sovrano regna «sulle due terre e sui due mari» – il Nero e l’Egeo, l’Anatolia e i Balcani: dall’alto del titolo di Cesare che assume, infatti, Maometto doma gli iranici di Uzun Hasan (1473), ma soprattutto riforma l’assetto geopolitico d’Europa, così insidiata dall’Islam non più nella Spagna della Reconquista, ma nel proprio cuore centro-orientale dalle numerose campagne ivi condotte da un eccezionale leader politico e militare cui, anche per i meriti culturali che testimonia l’opera del pittore Bellini, papa Pio II Piccolomini vorrà proporre, in una lettera mai spedita, di convertirsi al cristianesimo e farsi Cesare universale.

Si ringrazia Filippo Luti per la collaborazione

 

Parte della serie Politici

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