Luigi Cadorna
Pallanza, 4 settembre 1850 – Bordighera, 21 dicembre 1928
Scala i ranghi militari lento ma inesorabile il figlio dell'artefice della presa di Roma (1870), e tanto lontano dalle disgraziate imprese militari dell'Italia unita da arrivare senza macchia né smentita al primo comando operativo di guerra: nominato Capo di Stato Maggiore in piena estate 1914, Luigi Cadorna si precipita a riorganizzare dagli sconquassi di Libia (1911-2) un Regio Esercito che nel maggio 1915 attesta in difesa dallo Stelvio al medio-alto Isonzo e all’attacco nella regione isontina. Con innegabili tenacia e sangue freddo, ma sulla durezza d’una proverbiale disciplina sprezzante delle esigenze umane del soldato, l’alpestre Cadorna porterà il Regio Esercito a tenere in Trentino contro la strafexpedition, a prendere Gorizia (1916) e a vincere sulla Bainsizza (1917); strategicamente isterilito dall'ostinazione tattica d'offensivista, appena redento da precoci intuizioni sui vantaggi offerti dalla concentrazione di artiglierie ma condannato dalla politica di siluramenti arbitrari che stronca morale e iniziativa degli ufficiali, Cadorna condurrà l'Italia alla disfatta di Caporetto quando al fianco del nemico arriva il migliore alleato tedesco (24 ottobre 1917). Sostituito col Diaz e amaramente consolato con la nomina al Consiglio superiore interalleato di Versailles, Cadorna sarà messo a riposo (1919) per morire da controverso Maresciallo d’Italia (1924).
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