Léon Degrelle
Bouillon, 15 giugno 1906 – Málaga, 31 marzo 1994
Fallito l’esame finale di legge a Lovanio, Léon Degrelle decide di sfruttare la sua prorompente eloquenza per entrare in politica: nel 1930, cavalcando le accuse di corruzione lanciate ai partiti belgi, fonda il monarchico Movimento Rexista. Il rexismo, radicato nell'integralismo cattolico e galvanizzato dalla recente istituzione della solennità del Cristo Re da parte del Vaticano, viene presto inglobato da Mussolini nella famiglia dei fascismi europei. Facendo leva sulla stampa e sull’alleanza con i separatisti fiamminghi, Degrelle riesce con pochi deputati a tenere in scacco il parlamento belga, all’insegna di un protagonismo mitomane e di una smisurata ambizione personale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questi suoi tratti lo porteranno, sull'onda di un odio feroce per il comunismo, a consacrarsi al Terzo Reich: sarà non solo collaborazionista in Belgio ma anche combattente sul Fronte Orientale nei ranghi della divisione vallona delle Waffen-SS. Dopo la liberazione nel 1944, il Belgio lo condanna a morte in contumacia, spingendolo a fuggire nella Spagna di Franco. Ci rimarrà fino alla morte, restando convinto negazionista della Shoah e senza mai aver rinnegato la sua fanatica ammirazione per Hitler. La sua figura diverrà un mito – in parte consapevolmente costruito da lui stesso –per le nuove destree europee.
Commenta