La Teoria dell’Inferenza Valida
Avete presente qual è l’essenza epistemologica ontologicamente antitetica alla razza umana?
Una storia, che voglia darsi un certo tono, o almeno una parvenza di serietà, volente o nolente inizia sempre dal principio. Dio, l’arcinoto barman di Chuck Norris e l’autore (diretto o meno) del best seller più venduto dagli albori fino ai giorni nostri, noto col nome di “Bibbia”, fece cielo e terra su commissione, e quando i committenti videro il casino da lui combinato, com’era prevedibile gliela tirarono dietro. Vauxcelles liquidò malamente il suo operato (ma quando mai?) con questa frase celebre: ‹…E le campiture piatte!? ›; espulso dall’Accademia di belle arti di Berlino per ben due volte, Dio decise di portare la Germania all’antico splendore di una volta fondando… no, mi sono perso.
Insomma, come tutti avrete di certo intuito da questa breve premessa, l’argomento di cui andremo a trattare non è certo semplice, per cui ne tratteremo con tutta la chiarezza possibile. Partendo dal presupposto che Obito Uchiha sia l’alter ego di Satana, per cui chi scrive ha avuto ragione di piantare in asso il manga vista l’estrema prevedibilità degli eventi, e che il mondo intero finirà prima o poi sotto il controllo di un sistema matriarcale di stampo nazionalsocialista (un minuto di silenzio, prego…), è stato ritrovato in tempi relativamente recenti un manoscritto aristotelico datato all’epoca di Epitteto, scritto da Archiloco, che attesta la vera esistenza dei villaggi Ninja e dei vari paesi ad essi connessi in un’epoca databile attorno al 4 d.C. (dove “d.C.” sta per “debito Comunale”). Una riproduzione abbastanza fedele di questo universo perduto possiamo trovarla qualche volta a settimana a caso nelle ansiosissime Anime Night di Italia 2, quando ognuno di voi può stravaccarsi sul proprio divano e godersi a colpi di pizza e shuriken gli episodi, vecchi e nuovi, di Naruto e Natuto Shippuden (quest’ultimo conosciuto anche come “Naruto dello Starnuto”).
Al di là di quanto si possa perdere tempo a decantare il meraviglioso mondo dei manga Nipponici, Naruto viene visto da molti come il “fumetto” rivelazione degli ultimi decenni, dove azione e magia si fondono in un trogolo perfetto dove chi riesce a trarre qualcosa di utile per vivere sono i bimbiminkia delle medie, i Dungeon Masters con deficit dell’attenzione, i malati di ernia al disco, nonché l’etnia Nerd in generale (sì, persino tua sorella). Chi arriva solitamente a queste conclusioni, dopo anni di studio e benzodiazepine, è certo che il proprio lavoro si sia concluso nell’ombra, come è pur certo di aver già prenotato una lapide sotto falso nome per evitare che i critici troppo accaniti, come Vauxcelles, gliela spacchino senza tante cerimonie (solo che poi magari qualcuno ha avuto il buon senso di spaccarla anche a lui).
Non è stato così per il geniale teologo calabrese Ernesto Von Krapfen (riconoscerete sicuramente il cognome dalla sonorità nordica; suo padre infatti è di Cagliari) che ha già rivalutato completamente in chiave pseudo religiosa la lettura dei volumi di Kishimoto.
All’età di 30 anni o poco più, abbiamo testimonianze scritte che un certo Gesù di Nazareth, o Giusù, che dir si voglia, ma da non confondersi con Grisù il drago-pompiere (pare una bestemmia), riusciva a camminare sulle acque dell’ormai inesistente lago di Tiberiade (oggi noto a Milano col nome di Naviglio) con solo la forza della propria fede. Riscontriamo nella sigla Italiana del “cartone animato” giapponese sopra citato, una prolessi relativa dislessica secondo la quale ‹Io credo in te nel cuore mio (Narutoo, Narutoo)›: potremmo considerarlo un rimando storico alla forza della fede del noto leader Palestinese. Inoltre riscontriamo che nell’episodio 53 della già citata serie, il ninja petomane di nome Naruto riesce con la stessa abilità del suo predecessore a camminare, persino a saltare, sull’acqua della sorgente termale della Lete (che secondo fonti virgiliane, provoca la perdita permanente dei ricordi; sarà un caso?).
Le coincidenze sono troppe per essere ignorate, per cui, analizzando il caso e il luogo, potremmo arrivare ad affermare con certezza che i due luoghi, Nazareth e il Villaggio della Foglia, coincidano; non solo: ma che addirittura, poiché il chakra trattenuto nelle estremità inferiori del corpo stabilizza l’equilibrio della persona così da farla rimanere in piedi su una superficie instabile come quella creata dalle increspature dell’acqua, Gesù in persona sia un ninja appartenente al Villaggio della Foglia.
Ma se, Aristotelicamente parlando, prendessimo in considerazione un sillogismo atipico, ne conseguerebbe che:
- Naruto è un ninja, e cammina sull’acqua.
- Gesù cammina sull’acqua, perciò è un ninja.
- Gesù è Naruto.
Sconvolgente vero!? Pensate che intere comunità di scienziati puppano i vostri soldi per condurre ricerche di questo tipo da una vita, e voi non ve ne siete mai accorti… eppure i riscontri della poetica Manzoniana sono ovunque intorno a noi, un po’ come la Vodafone. Se queste scoperte scientificamente provate offendono il vostro senso critico, fate un po’come le farfalle perché non abbiamo abbastanza soldi per combattere legalmente contro di voi, avendoli sputtanati allegramente in speed di pessima qualità e nell’organizzazione di ganja party a scopo non ludico ma puramente tecnico-professionale (come gli Istituti) : ci accontenteremo quindi di spararvi un Rasengan nel sedere (tecnica nota più comunemente col nome di Rotto-In-Culo no Jutsu).
L’obiettivo ultimo sarà quello di riportare in auge il vero culto di Nostro Signore Naruto Cristo, anche solo per il fatto che è molto meglio credere in questi miti che in altri di altro genere, anche perché io non vedo più nei paraggi nessun ninja del Villaggio della Pioggia. Mistero della fede, Narutooo, Narutooo!
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