Junio Valerio Borghese
Roma, 6 giugno 1906 – Cadice, 26 agosto 1974
Rampollo di somma famiglia, diplomato Junio Valerio Borghese sceglie le armi in ossequio all’idea che ha della guerra, alta e bella, mezzo di realizzazione del sé come individuo e quindi affare strettamente personale del quale non potrebbe tollerare di essere defraudato. A quest’ideale eroico dà concretezza l’opera che allora Teseo Tesei svolge per dare alla Marina militare contro il britannico prossimo nemico quella strumentazione d’assalto per cui Borghese eccellerà e fonderà per guidarla la X flottiglia Memento Audere Semper, destinata a triste fama quando, crollato quel fascismo cui punto Borghese è affezionato, il principe nero stringerà il personale sodalizio con i nazisti che lo porterà dal mare alla terra a una ferocissima repressione delle armi partigiane. Risoltosi in un nulla di fatto il processo che gli intenta l’immediato dopoguerra, Borghese si attarda nel Movimento Sociale fino al 1968, quando si mette alla testa di quel Fronte Nazionale con cui sembrerebbe aver avuto un ruolo di prima linea nel più ampio turbine di quel «golpe[appunto]Borghese» che, avviato e misteriosamente troncato nella notte dell’Immacolata 1970, sembra il frutto di una congiura tra mafia, massoneria, servizi segreti, forze armate, americani e democristiani su cui ad oggi non è previsto far luce particolare.
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