Jules Favre
Lione, 21 marzo 1809 – Versailles, 19 gennaio 1880
Laureato in legge poco dopo essere salito sulle barricate parigine del 1830, il giovane Favre ottiene larga fama nelle aule dei tribunali ma è il 1848 che gli cambia la vita, quando Ledru-Rollin lo chiama al Segretariato generale degli Interni. Ha doppia l’anima (solo a prima vista) Jules Favre, inossidabile capofila dei repubblicani ma uomo d’ordine che sostiene le repressioni di Cavaignac così come scende in strada con Victor Hugo, nel 1851, per opporsi al coup d’État di Luigi Napoleone. Scacciato quindi dalla politica, vi ritornerà trionfalmente nel 1858, dopo il grande successo mediatico ottenuto come difensore del bombarolo Felice Orsini. Tra i primi ad opporsi al regime del Secondo Impero, è con Thiers contro la guerra alla Prussia; dopo Sedan, sarà proprio lui a firmare l’armistizio imposto da Bismarck, con una condotta tanto imprudente e grossolana da segnare, insieme all’invecchiamento del suo stile politico e ad un grave scandalo sessuale, la sua fine come protagonista della politica francese.
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