Jacques-Louis David

Parigi, 30 agosto 1748 – Bruxelles, 29 dicembre 1825

Segue la tradizione settecentesca francese il giovane David, allievo d’un Joseph-Marie Vien iniziatore dell’arte à la grecque prossima neoclassica, finché in questa corrente per dominarla lo sospinge un soggiorno a Roma (1775-80). Passa dunque dallo studio dei maestri del secolo XVII all’ammirazione entusiastica per gli antichi, ma anziché vedervi il bello ideale come i classicisti italiani, Jacques-Louis David vi cerca soddisfazione ai suoi interessi morali in esempi di virtù civile (Il giuramento degli Orazi, 1785). Severissimo e nobile nella composizione del disegno, solenne e asciutto come di scultura, sdegnoso d’ogni grazia di forma o di colore, il suo stile conquista il successo col sentimento rivoluzionario che vi traspare e che David tradurrà in azione da deputato alla Convenzione, robespierrista mano del Terrore e altissimo pittore politico (Marat, 1793). Incarcerato dai reazionari termidoriani ma subito liberato, David troverà il suo ideale eroico incarnato in Napoleone (Il Primo Console supera le Alpi al San Gran Bernardo, 1800; Incoronazione, 1808), ma dopo i Cento giorni sarà costretto a rifugiarsi a Bruxelles, dove il Marte disarmato da Venere e le Grazie (1824) chiude con la sua l’esaltante tragica epopea vissuta dalla Francia e dall’Europa.


Parte della serie Pittori

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