Interviste dalla quarantena | Paola Jacobbi e Luca Iaccarino

Si faccia una vita interiore. Scrittori, traduttori, giornalisti e musicisti raccontano il loro isolamento

Mentre i giorni della quarantena si accumulavano uno dopo l’altro e cercavo un modo per abitare la mia casa e me stessa senza farmi intimorire da questo tempo circolare, ho pensato spesso a una frase di Cesare Pavese che va bene un po’ per tutto, anche per mandare la gente a quel paese: «Si faccia una vita interiore». La frase intera, in realtà molto dolce, viene da una lettera a Fernanda Pivano, e dice: «Si faccia una vita interiore – di studio, di affetti, d'interessi umani che non siano soltanto di “arrivare”, ma di “essere” – e vedrà che la vita avrà un significato». È probabile che Pavese, andando spesso a trovare la sua amica Natalia Ginzburg a Gressoney, avesse preso in prestito l’espressione dal padre di lei, Giuseppe Levi, che quando i figli si annoiavano in montagna li sgridava tuonando: «Voialtri vi annoiate perché non avete vita interiore». Sia come sia, la questione ci mostra una verità importante: se già normalmente è utile sapersi abitare ed essere in grado di muoversi nella propria topografia interna, figuriamoci quanto può diventarlo chiusi in casa durante una pandemia. Il bello della vita interiore, poi, è che può essere fatta di tante cose, non per forza di studio e di libri ma anche di musica, ricette, motociclette da riparare per tempi migliori, fiori da coltivare, yoga sul balcone. Così è nata l’idea di questa serie di micro interviste a persone che grazie a libri, musica e articoli ci fanno compagnia nelle nostre vite interiori, per andare a scoprire un po’ della loro. Le pubblicheremo due a due, ogni volta una donna e un uomo, per un totale di dieci puntate.

La sesta coppia è formata da Paola Jacobbi e Luca Iaccarino.
Paola è giornalista e critica cinematografica. Figlia di madre brasiliana, è nata a Roma ma cresciuta a Milano, dove ha sempre vissuto (trascorrendo però lunghi periodi in Brasile). Molto tempo l’ha passato anche a Los Angeles e in giro per il mondo, ovunque ci fosse un grande evento legato al cinema: è stata inviata per molte testate e ha vissuto in prima persona innumerevoli Oscar, Venezie e Cannes, intervistando nel frattempo praticamente qualunque grande stella possa venirvi in mente. Il suo intervistato preferito di sempre è Angelina Jolie. Il meno preferito non lo diciamo. Ha scritto quattro libri, tra cui Tu sai chi sono io (Bompiani). Oggi collabora con Grazia, Marie Claire, Harper’s Bazaar e il Venerdì di Repubblica. Insieme a Camilla Paternò ha scritto e sta producendo il film The Girl in the Fountain di Antongiulio Panizzi: parla di Anita Ekberg e Monica Bellucci vi interpreterà un ruolo speciale.
Luca è giornalista e critico gastronomico. Torinese doc (e idolo dei torinesi), ha però una moglie ligure, riuscendo così a godere in un colpo solo di due tra le migliori cucine d’Italia. Per venticinque anni è stato critico di Repubblica. È inoltre editor di EDT, la casa editrice di Torino che pubblica, tra le altre cose, la Lonely Planet; per EDT cura la collana Allacarta, in cui famosi scrittori raccontano una città seguendo il cibo come filo conduttore (Paolo Cognetti e New York, Fabio Geda e Tokyo, etc). Ha inventato le guide dei Cento: i 50 migliori ristoranti e le 50 migliori piole (per i non piemontesi: trattorie); nate come “I Cento di Torino”, ora sono presenti anche a Milano e Roma. I suoi lunghi anni a Repubblica sono terminati da pochi giorni. Luca si avvia verso nuove avventure di cui per ora possiamo dire solo due cose: c'è di mezzo "un grande quotidiano con sede a Milano" e ci sarà comunque e sempre da mangiare tanto e bene.

 

PAOLA JACOBBI


Dove stai trascorrendo il lockdown? Sei da sola o con qualcuno?
Sono a casa, a Milano, insieme a mio marito. Il mio è un quartiere molto carino, prevalentemente residenziale, ho la fortuna di avere un supermercato e una farmacia proprio sotto casa: dalla finestra possiamo controllare se c'è la fila o no.

Stai bene? Come stanno i tuoi cari?
Io sto bene e anche i miei. Però in questi mesi ho avuto molti amici e conoscenti malati, per fortuna quasi tutti già guariti. Un parente di una cara amica è morto, altri stanno bene ma si sono curati a casa e sono stati momenti davvero complicati più che altro per la comunicazione confusa delle istituzioni, la mancanza di tamponi, le  giornate  scandite dalle sirene delle ambulanze.

Qual è la cosa che più ti manca del “prima”?
Viaggiare, per lavoro e per turismo.

Qual è la cosa che invece non ti manca?
La frenesia, i mezzi pubblici affollati, gli eventi cretini.

Puoi dire di aver imparato qualcosa, di te o in generale, in questo periodo di quarantena?
Sono più disciplinata di quanto pensassi di essere.

C'è un'abitudine, o un nuovo rito, che hai acquisito?
La app del gioco Chi vuole essere milionario in inglese. Sono arrivata al livello 150, ci gioco un po' tutti i giorni da quando è iniziato il lockdown, mi rilassa.

Che cosa mangi quando vuoi farti un piccolo regalo? Se vuoi dacci la ricetta.
Avocado toast con uova strapazzate sopra. Si tosta il pane, ci si spalma sopra l'avocado e poi si aggiunge un uovo strapazzato. Ha i colori del Brasile, il Paese di mia madre, e mi ricorda i miei lunghi periodi a Los Angeles per lavoro.

Che cosa hai letto o stai leggendo?
Non ho letto quasi nulla, a parte i giornali. Troppa concentrazione dedicata al lavoro e alle notizie sulla pandemia! Ho letto solo A proposito di niente di Woody Allen per recensirlo, e sto leggendo un romanzo di Alison Lurie che si intitola Casuali incontri tra estranei. Avevo letto un suo libro tanti anni fa e mi era piaciuto. È una scrittrice brillante, da riscoprire. Questo Casuali incontri aveva vinto il Pulitzer.

Che film e serie tv hai visto o stai vedendo?
Ne vedo tanti, per lavoro, ho una rubrica di recensioni settimanale. Ho visto Tiger King, Hollywood, After Life 2, Skam Italia e tante altre cose varie sulle diverse piattaforme. Tra i film che dovevano uscire in sala ma sono usciti sulle piattaforme, mi sono piaciuti Bombshell e Emma. Ho rivisto per pura gioia: Speriamo che sia femmina, A qualcuno piace caldo, Topaz, Ghostbusters, Harry ti presento Sally.

La migliore colazione possibile da fare a casa.
Tè, spremuta d'arancia, una fetta di pane tostato con la marmellata di fragole fatta da me.

La migliore colazione possibile da fare al bar e che ti manca.
Non faccio mai colazione al bar, a meno che sia una scusa per vedere gli amici. Mi mancano le chiacchiere e le facce degli amici, non i cappuccini (che non bevo da 30 anni perché non li digerisco).

La prima cosa che farai quando si potrà.
Un viaggio, possibilmente in un posto in cui non sono mai stata.

Una frase che ti tiene compagnia.
«When they go low, we go high» (Michelle Obama). Il mio motto da quando lei l'ha pronunciata per la prima volta.

 

LUCA IACCARINO


Dove stai trascorrendo il lockdown? Sei da solo o con qualcuno?
Vi scrivo dalle mie stanze di Torino. Con moglie e figlioli abitiamo a cinquanta metri dall’appartamento in cui Natalia Ginzburg ha scritto Lessico famigliare. Ecco: potrei farne un sequel, ché in questi mesi ho avuto un’intensa esperienza di famiglia e pure ho arricchito il mio lessico nel rapportarmi con quello che definirei, più che nucleo famigliare, famiglia nucleare. Quante nuove parole, in queste settimane! Pochi metri più in là, sempre nel quartiere San Salvario, abitava anche il famoso sensitivo Gustavo Rol, amico e confidente di Fellini. Spirito di Gustavo, ti invoco: necessito di un corso di escapologia o almeno di un’esperienza extracorporea, per cui il mio corpo rimanga segregato ma la mia mente voli libera non dico verso l’infinito, ma almeno sino a Varigotti.

Stai bene? Come stanno i tuoi cari?
Tutto bene, dai: mia moglie non mi ha ucciso, non ho ucciso mia moglie, non ci siamo uccisi, non abbiamo ucciso i bambini. Lo considero un grande successo.

Qual è la cosa che più ti manca del “prima”?
La felicità. Che è tutto un complesso di cose, ma quel che ho capito è che in una stanza non si trova. A meno che uno non sia un monaco. E se so una cosa, diamine, è questa: non sono un monaco. La verità è che mi mancano le persone. Nessuna in particolare, tutte in generale. Ecco, forse la felicità e le persone per me sono la stessa cosa.

Qual è la cosa che invece non ti manca?
Mi manca tutto. Anche le cose che odiavo. Anche il traffico, i rompicoglioni, i treni in ritardo di due ore, gli hangover devastanti. Rivoglio tutto e lo rivoglio adesso.

Puoi dire di aver imparato qualcosa, di te o in generale, in questo periodo di quarantena?
Sì, che nei momenti di instabilità si aprono strade inaspettate. In mezzo a tanti guai, certamente, ne usciremo tutti più poveri e più affaticati: ma personalmente è stato un momento in cui mi sono sentito di fare scelte radicali che in tempi normali non avevo mai fatto.

C'è un'abitudine, o un nuovo rito, che hai acquisito?
Certo! Vedere La signora in giallo durante il pranzo in famiglia.

Che cosa mangi quando vuoi farti un piccolo regalo? Se vuoi dacci la ricetta.
Ahahaha, siete matti? Io mangio per lavoro, per passione, per divertimento. Io mangio sempre, quando sono triste, allegro, normale. Nessun piccolo regalo: per me ogni giorno è Natale. In questi giorni non sarei sopravvissuto se non avessi mangiato ogni giorno qualcosa di molto buono e soprattutto bevuto qualcosa di molto alcolico.

Che cosa hai letto o stai leggendo?
Nei giorni di reclusione ho letto Tyll di Daniel Kehlmann (molto bello), i racconti e i saggi, che erano le uniche cose che mi mancavano della mia adorata Shirley Jackson e tanti libri per lavoro: il più bello dei quali Perché mangiamo quel che mangiamo della neuropsichiatra Rachel Herz, in uscita a fine giugno per EDT. Un libro che non esito a definire: indispensabile (e non capita spesso).

Che film e serie tv hai visto o stai vedendo?
Passo le serate a sfogliare tutti i cataloghi di tutte le piattaforme immaginabili, si fanno le 22.30 e qualsiasi cosa scelga mi addormento dopo pochi minuti. Tra i pochi davanti ai quali ho resistito: L’occhio che uccide di Michael Powell, Goksung di Na Hong-jin.

La migliore colazione possibile da fare a casa.
Focaccia ligure, latte, caffè della moka.

La migliore colazione possibile da fare al bar e che ti manca.
Espresso, panino semidolce con prosciutto cotto, bicchiere di acqua gasata.

La prima cosa che farai quando si potrà.
Un bagno in mare. E un pranzo in riva al mare.

Una frase che ti tiene compagnia.
«Non siamo mica nati per soffrire».



 

"Si faccia una vita interiore" è un ciclo di interviste ideato da Francesca Pellas
Le illustrazioni sono a cura di Arianna Bellucci

www.ariannabellucci.com

 

 


Parte della serie Si faccia una vita interiore

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