Il’ja Repin

Chuguyev, 5 agosto 1844 – Kuokkala, 29 settembre 1930

È presso un pittore d’icone che il giovane e povero Repin apprende i primi rudimenti della pittura che, dopo gli anni di studio all’Accademia delle Belle Arti di San Pietroburgo e quindi, per merito, in Francia e Italia (1864-1871), sceglie di piegare a una rappresentazione della storia e della società russe straordinariamente drammatica e filtrata da una romantica ricerca delle radici nazionali; ma già Trasportatori di barche del Volga (1870-73) suggerisce l’aprirsi in Il’ja Efimovič Repin di quel filone realistico e socialmente impegnato che col nome di Peredvižniki (Ambulanti) dal 1870 si batte contro l’ordine degli autocrati, sfidando l’Accademia con mostre itineranti intese ad elevare, con l’estetica, la morale del popolo delle campagne. È l’equilibrio tra la critica di un Ritorno del deportato (1884) e il permanente interesse storico (I Cosacchi dello Zaporož'e scrivono una lettera al Sultano di Turchia, 1880-1891) che spiega il grande successo di pubblico e infine di critica espresso da ritratti non solo di uomini affini come il Pavel Tret’jakov fondatore dell’omonima galleria moscovita, ma anche degli zar e dei relativi entourage, a monumento di un’epoca perduta cui la lunghissima vita di Repin sopravvive prima ancora della sua opera.

 

Parte della serie Pittori

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