Il Belgio in Europa e l'Europa nel Belgio | Speciale Europee 2019

Com'è vista l'UE nel paese che ne ospita il Parlamento? Immigrazione e ambiente tra i temi più importanti

Dal 23 al 26 maggio elettori da 28 paesi saranno chiamati a votare per eleggere i 751 membri del Parlamento europeo. In Belgio, che ospita il Parlamento e una delle Commissioni europee, ci si aspetterebbe una certa eccitazione riguardo all’evento, ma no. Probabilmente perché i membri del parlamento non sono i soli per i quali i belgi dovranno votare. Come se l’organizzazione del piccolo paese non fosse già abbastanza complicata, gli elettori saranno chiamati a partecipare non ad una o due elezioni, ma addirittura a tre: le elezioni europee, quelle federali e quelle nazionali. Il Belgio, caratterizzato da uno dei sistemi politici più complicati al mondo oltre che dal più alto numero di politici per abitante, ha sempre avuto la tradizione di raggruppare le elezioni nello stesso giorno per massimizzare la partecipazione in una realtà in cui votare non è solo un diritto ma anche un dovere, dato che il rifiuto di adempiere a questo obbligo democratico può portare a conseguenze molto serie. Forse anche per questo, riguardo alle Europee, i cittadini belgi hanno un punto di vista differente da quello degli altri elettori nell’Ue.

La fiducia nell'Europa e gli attacchi terroristici
Gli eurobarometri sono strumenti eccellenti per avere un’immagine chiara dello stato d’animo della popolazione di qualsiasi paese dell’Ue. Nel 2014 indicavano che l’economia, il tasso di disoccupazione e le pensioni erano le principali preoccupazioni per i belgi, evidenziando una chiara sfiducia nelle capacità di governo del corpus politico, di cui il 60% e più ha affermato di non fidarsi. Tuttavia, per una volta era l’erba del proprio giardino ad essere più verde, dal momento che i belgi giudicavano la loro situazione economica e finanziaria migliore rispetto a quella degli altri paesi o dell’Unione Europea in generale. Quando si parlava del patto stipulato dall’Ue per uscire dalla crisi un belga su due si considerava in disaccordo, mentre se il tema era l’austerity le opinioni rimanevano divise: alcuni tendevano a vederla come un fenomeno positivo, altri come qualcosa che stava nuocendo ai cittadini e all’economia. Ad ogni modo, per quanto pessimisti, 7 belgi su 10 si dicevano concordi nell’affermare che la loro nazione non avrebbe potuto fare di meglio fuori dall’Ue, il che è piuttosto rassicurante: niente Bexit, per il momento.
 

Nel 2014, per quanto pessimisti, 7 belgi su 10 si dicevano concordi nell’affermare che la loro nazione non avrebbe potuto fare di meglio fuori dall’Ue


Gli anni seguenti sono stati però tutt’altro che piacevoli per il paese. L’ascesa del califfato dell’ISIS ha visto centinaia di giovani partire alla volta di Siria e Iraq, e alla fine del 2016 il Belgio è vittima di un attacco terroristico che causa 32 morti e terribili danni all’aeroporto di Zaventem. Infine, i milioni di rifugiati da Turchia e Mar Mediterraneo fanno dimenticare al Belgio la situazione economica per concentrarsi su altri problemi, come immigrazione e terrorismo. A che punto siamo ora che le elezioni sono alle porte?

Un'Europa lontana dai cittadini
Cinque anni dopo i problemi dei cittadini sono fondamentalmente cambiati. Eline è una studentessa diciannovenne e studia giornalismo all’Università di Namur, in Belgio. Mentre cinque anni fa non poteva votare e non si sentiva particolarmente propensa a farlo, adesso può contare su approfondimenti e conoscenze dovute al suo percorso di studi, qualcosa che, ne è consapevole, non tutti gli studenti della sua età fanno. «Non sono molto interessata» risponde quando le viene chiesto come si senta a proposito delle elezioni «l’Europa è lontana da me, e io non ne so molto perché è troppo grande, troppo astratta. Qualunque siano le conseguenze delle elezioni in Europa non avranno un vero e proprio effetto sulla mia vita».
Pensarla così quando studi politica all’università può sembrare strano, ma lei non è la sola dal momento che sono molti i cittadini che condividono questa linea di pensiero, da nord a sud. Questa mancanza di interesse viene avvertita da Pierre, 69 anni, professore universitario in pensione. «Le persone non sono per niente interessate. Io mi sento europeo, è davvero parte della mia identità, ma non sono in molti a pensarla così. Ma c’è di peggio: l’organizzazione delle elezioni belghe e di quelle europee nello stesso momento, nello stesso giorno, ne offusca i confini, anche se le due cose non hanno niente a che vedere l’una con l’altra. La gente rischia di confondersi».

L'ambiente come priorità
Infatti attualmente c’è un certo scontento nei confronti dei politici a causa dei numerosi scandali per corruzione che sono spuntati sui giornali come fiori a primavera. Questi eventi hanno reso i cittadini riluttanti a votare per chiunque facesse parte del panorama politico belga, preferendo la scheda bianca. Dal momento che le tre elezioni sono state programmate per lo stesso giorno, Pierre teme che i cittadini voteranno scheda bianca anche per le Europee, nonostante abbiano un’opinione del parlamento europeo di gran lunga migliore rispetto a quella che hanno del proprio. Proprio come in Francia, ad esempio, la paura è che troppe schede bianche potrebbero potenzialmente spianare la strada a partiti più estremisti, nonostante i numeri indichino che il rischio che ciò accada è piuttosto basso, dal momento che il Belgio è uno dei paesi più pro-Europa, senza significativi partiti antieuropeisti. Quindi qual è la loro preoccupazione? «L’ambiente», risponde Eline senza un istante di esitazione. «Dobbiamo assolutamente votare per far passare leggi riguardanti il livello di CO2 nell’atmosfera e creare più energia rinnovabile». Questa è una caratteristica della sua generazione, in Belgio la cosiddetta generazione z, che si sente più preoccupata dalle questioni ambientali di qualsiasi altra generazione alla stessa età. Tuttavia, anche Pierre condivide la stessa idea: «l’ambiente rappresenta l’assoluta priorità e deve essere discusso a livello europeo». Nessuno dei due intervistati menziona la situazione economica, dimostrando un vero e proprio cambiamento di interesse.
 

Qual è la prima preoccupazione? «L’ambiente», risponde Eline, e anche Pierre condivide la stessa idea: «l’ambiente rappresenta l’assoluta priorità e deve essere discusso a livello europeo»


Osservando i dati degli Eurobarometri la situazione economica del paese non è più una preoccupazione, rimpiazzata da problemi legati principalmente all’immigrazione – buffo pensare che proprio l’immigrazione è stato il tema che ha spinto il governo a dimettersi dopo aver perso la maggioranza in parlamento quando l’NVA, un gruppo di destra e più grande partito politico delle Fiandre, ha lasciato la maggioranza per protestare contro il Patto di Marrakech che mirava a facilitare le formalità legate alla migrazione su scala globale; il Belgio è quindi effettivamente senza un governo dal 21 dicembre 2018, una condizione che non sembra preoccupare troppo i suoi cittadini.
Proprio come Elaine e Pierre hanno confermato, il punto su cui i belgi si dimostrano più preoccupati dopo l’immigrazione è l’ambiente o, per essere precisi, la mancanza di politiche ambientali in tempi di surriscaldamento globale. Questa è la differenza più importante rispetto a cinque anni fa, quando il clima non era nemmeno nell’agenda politica europea dei votanti belgi, il che non è particolarmente sorprendente, per diverse ragioni: in questi ultimi anni il Belgio ha sperimentato un record di temperature, volume o mancanza di essa, che ha lentamente ma inesorabilmente convinto la maggioranza delle persone che c’è davvero qualcosa che non va nel clima. Non a caso il Belgio è il paese in cui la marcia per il clima ha avuto il maggior successo in Europa, beneficiando addirittura dell’attenzione della stessa Greta Thunberg. Il costo della vita sempre più elevato e il sistema pensionistico seguono nella lista di punti che i cittadini considerano i più preoccupanti. Due problemi che, sfortunatamente, non possono essere risolti a livello europeo e per cui i belgi dovranno chiedere ai propri politici regionali e federali una soluzione.

Il Belgio e l'Europa in prospettiva
La situazione del Belgio è terribile come sembra? È importante guardare le cose in prospettiva. La prima regola quando si osservano il Belgio e la sua situazione è contestualizzare: le situazioni politiche, sociali ed economiche a nord e sud sono estremamente diverse. Mentre l’Europa non fa differenza fra fiamminghi e valloni, i problemi discussi – ad eccezione del cambiamento climatico che è un problema universale – cambiano di proporzione e rilevanza di regione in regione. In più, il 91% di coloro che hanno preso parte ai sondaggi hanno dichiarato di essere soddisfatti della vita in Belgio. E mentre l’Unione Europea non è molto popolare nella parte occidentale del continente (l’opinione dell’Ue è di gran lunga più positiva nell’Europa centrale e in quella dell’Est) è importante tenere a mente che centinaia di migliaia di rifugiati continuano ad attraversare il Mediterraneo o la frontiera turca sperando in una vita più felice, la vita che gli europei vivono e che è una delle migliori, se non la migliore nel mondo.
 

Traduzione di Francesca Bertocchi
Click here for the English version ► Belgium in Europe and Europe in Belgium


Parte della serie Speciale Elezioni Europee 2019

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