I 10 articoli più letti del 2024 su L’Eco del Nulla

Un viaggio tra memoir da Mogadiscio, reportage dall’Ucraina, storie dal Sud e film, podcast, petrolio e fantasmi

Nella top ten di articoli più letti del 2024 c’è il cinema, con l’appuntamento critico con i film vincitori degli Oscar più importanti dell’edizione 2024, c’è la narrativa breve con il podcast del premio letterario Petrarca.fiv che la nostra rivista cura da quattro anni, ci sono la letteratura italiana e straniera con romanzi e racconti che ci avvicinano ad uno sguardo inedito sulla realtà e con le traduzioni di articoli dalle riviste internazionali Literary Hub e Brick. Una raccolta eterogenea degli articoli dei nostri redattori e collaboratori che arricchiscono ogni anno le pubblicazioni de L’Eco del Nulla. Ecco i dieci articoli che i nostri lettori quest’anno hanno amato di più.



1. Decolonizzare l’anima
Dentro le pagine del lungo memoir in forma di lettera di Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, scandito da quattordici parole chiave in somalo: parole che raccontano di malattia, guerra, famiglia, memoria e radici con cui la scrittrice ripercorre vicende dolorose. L’approfondimento entra nei temi molteplici del libro, il cui cuore è la faticosa ricostruzione della storia somala, sfigurata prima dal colonialismo italiano poi dalla guerra civile scoppiata nel 1990 e mai conclusa. Nella lettera, i destini collettivi si intrecciano con le vicende della famiglia di Scego e con le peregrinazioni dei suoi membri in un approccio al passato che non è affrontato come nuovo terreno di contesa e conquista, ma nel tentativo di annodarne i fili spezzati, con un atteggiamento non di rivendicazione, ma di cura. Di Francesco Padovani
 

2. A piccole dosi | Il podcast
Per la quinta edizione del premio letterario Petrarca.fiv, curato dalla nostra rivista, abbiamo ideato il podcast A piccole dosi, con il tema dell’edizione 2025, per far ascoltare ai nostri lettori i racconti finalisti in formato audiolibro e per discuterne i testi insieme ad alcuni ospiti. Ne sono nate tre puntate: “Il rito”, con Beatrice La Tella e Flavio Natale della rivista Marvin, “La casa”, con Francesco Quatraro e Silvia Costantino di effequ, “L’eredità”, con Chiara D’Ippolito del Premio Italo Calvino. Un’iniziativa molto apprezzata, come dimostrano gli oltre 2mila ascolti del podcast e il successo del concorso che ha visto la vittoria di sette racconti, pubblicati nella raccolta A piccole dosi. Ascolta gli episodi su Spotify o su Spreaker!
 

3. Perché Dahomey è un film importante
Un approfondimento sulla storia e sul valore di Dahomey, documentario a metà tra narrazione e immaginazione firmato da Mati Diop, Orso d’oro al festival di Berlino, che racconta la restituzione di 26 opere da parte della Francia al Benin, un tempo Regno del Dahomey conquistato e razziato dall’esercito francese durante la campagna del 1892. La preparazione delle statue e dei manufatti, impacchettati a Parigi, il delicato trasporto, la preparazione per l’esposizione nazionale e, soprattutto, il dibattito dei cittadini e degli studenti del Benin sul significato di questa restituzione, sul suo portato coloniale e sul punto di partenza per ricostruire, in parte, un’identità perduta. O meglio, trafugata. Di Beatrice Falcucci

4. La guerra inizia con il silenzio
L’invasione dell’Ucraina raccontata sul campo dalla macchina da presa di Mstyslav Chernov, che con la sua troupe si trova a Mariupol, porto strategico ucraino sul mar d’Azov, quando l’attacco dall’esercito russo si riversa sui civili. Da lì, nasce il documentario premio Oscar 20 Days in Mariupol, che testimonia gli orrori del conflitto: immagini di ambulanze cariche di feriti, ospedali tracimanti di pazienti, case incendiate dalle bombe, sotterranei di palazzi convertiti in bunker improvvisati, cittadini russofoni che imprecano Putin e bramano di rimanere in Ucraina, medici che gridano ai giornalisti «filmate tutto!», così da documentare l’orrore e divulgarlo al mondo intero. Di Vanni Veronesi
 

5. Breve guida ai film premiati agli Oscar 2024
La nostra guida critica alle pellicole che hanno portato a casa i premi più importanti alla cerimonia degli Oscar 2024 con titoli, voti, recensioni, curiosità e tutto ciò che c’è da sapere su ogni vincitore. L’anno della consacrazione di Christopher Nolan, che con Oppenheimer porta a casa i premi più importanti, ma anche il successo internazionale del bellissimo Anatomia di una caduta di Justine Triet. Tra i premiati, Povere creature! con le sue quattro statuette, l’originalissimo American Fiction di Cord Jefferson e La zona d’interesse di Jonathan Glazer. Di Andrea Caciagli
 

6. Un fantasma è un ricordo
Dopo una presentazione del suo The Lumberjack’s Dove in una libreria dedicata ai fantasmi in una piccola città del sud degli Stati Uniti, l’autrice GennaRose Nethercott accetta l’offerta della libraia Amy di dormire a casa sua. Arrivata all’abitazione, scopre che si tratta di una vecchissima e inquietante struttura isolata: «Ti presento la Casa. Appartiene alla mia famiglia da novantanove anni». «Quante persone vivono qui?», chiede sbalordita l’autrice. «Solo io!», risponde Amy. Così, lo stop notturno tra una presentazione e l’altra si trasforma nel racconto di una notte in una casa infestata. A cura della sezione In Translation. Di GennaRose Nethercott | Traduzione di Giulia Patanè
 

7. Geografie dello sradicamento
Cosa significa appartenere quando si cresce in un posto pensando sempre a un altrove? Cosa vuol dire avere delle radici quando si è nati sradicati? È un percorso di scrittura collettiva di autori e autrici tra i venti e i trent’anni quello che prende forma in Sciroccate. Storie di traverso da sud, raccolta di racconti edita da Tamu e curata da Ubah Cristina Ali Farah e Claudia Durastanti. Un’opera che, con le sue storie di paesini in costruzione e memorie familiari, di colline in fiamme e figure stregonesche, infrange la gabbia retorica dell’immaginario stereotipato del Sud e mostra la forza dirompente di una ricerca ancora in corso, la forza di una marea di indagini individuali che formano il ritratto di una comunità irrequieta. Di Sofia Racco
 

8. Ritratti paradossali
Una famiglia non è sempre una cosa buona. Può essere una realtà chiusa, distorta e soprattutto, sembra dirci la scrittrice spagnola Sara Mesa, può essere strana. Il suo romanzo La famiglia, uscito per La Nuova Frontiera e tradotto da Elisa Tramontin, è una pseudo-raccolta di racconti ma soprattutto un insieme di ritratti grotteschi e sbavati dall’irreale in cui prende forma la vita domestica di Martina, figlia adottiva di una famiglia che vive in una dimensione plasmata dal padre Damián, per cui la famiglia è un Progetto in continuo miglioramento, un atto performante, un modello da seguire e da eseguire. Mesa racconta, con limpidezza e con frasi puntuali, quello che già sappiamo: di famiglie che non funzionano ce ne sono a centinaia, forse a migliaia. Questa è soltanto una tra tante. Di Diletta Crudeli
 

9. Per credere in qualcosa
L’intervista ad Alessandro Marzullo, regista del film indipendente e sperimentale Non credo in niente, non è solo l’opportunità per entrare nel dietro le quinte di un’opera originale e freschissima, (presentata in anteprima alla 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro), ma un percorso alla scoperta di cosa significare fare cinema indipendente in Italia, cercare di raccontare una generazione smarrita e le difficoltà di un mondo sconneso in un esordio che cerca di essere, a suo modo, unico dal punto di vista artistico e produttivo. Come dice lo stesso Marzullo: «Questa impostazione porta con sé un’estetica diversa, una narrazione diversa. Ti chiedi “Perché l’ho vista solo in quel film, quella cosa lì, e non la ritrovo negli altri?”». Di Andrea Caciagli
 

10. Petrofiction | Raccontare Singapore attraverso il petrolio
Dietro l’immagine green e ecofriendly di Singapore, con le sue strutture architettoniche immerse nel verde e l’utopia di città veramente contemporanea, sostenibile e tecnologicamente avanzata, si nasconde la grande risorsa del petrolio che corrisponde ad abuso, inquinamento e sfruttamento di persone e risorse. In questo pezzo per la rivista canadese Brick, l’autrice Joanne Leow indaga le narrazioni del petrolio – le petrofiction, secondo un termine coniato da Amitav Ghosh – e la realtà di Singapore, che il paese mistifica proiettando all’esterno un quadro completamente diverso. A cura della sezione In Translation. Di Joanne Leow | Traduzione di Erica Francia





In copertina una fotografia dal festival Firenze RiVista 2023


Parte della serie I dieci articoli più letti dell’anno

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