Guglielmo il Conquistatore

Falaise, 8 novembre 1028 – Rouen, 9 settembre 1087

Quando Roberto I di Normandia muore durante un pellegrinaggio, diventa duca il suo figlio naturale (1035): ora soccorrendo, ora sconfiggendo Enrico I di Francia come più volte schiantando i conti d’Angiò, in trent’anni Guglielmo il Bastardo crescerà in potere finché la morte di Edoardo il Confessore, sovrano d’Inghilterra e cugino di suo padre, gli indicherà più ambiziosi disegni. Alla pretesa al trono che Harold Godwinsson usurpa e Harald Hardrada perde per sempre a Stamford Bridge, sostenuta da Roma e dal Sacro Romano Impero, Guglielmo il Conquistatore darà la forza risolutiva della vittoria militare che, compiuta con l’invasione delle isole britanniche un’impresa tuttora ineguagliata, gli arride presso Hastings: qui con Aroldo muore il regno anglosassone d’Inghilterra (14 ottobre 1066). Ridistribuendo ai compagni di ventura le terre confiscate il re normanno d’Inghilterra ristruttura il paese in senso feudale, ma bilancia il potere vassallatico con forme d’autonomia degli istituti locali e un ordinamento fiscale rigoroso testimoniato dall’eccezionale Domesday Book (1085-6); alla riforma amministrativa integra insieme a Lanfranco di Bec una riforma religiosa che investe il clero a lui solidale di ascendente morale sufficiente a farne un protagonista della vita inglese nel tempo normanno, così come Guglielmo, quale espressione della civiltà dell’Arazzo di Bayeux, lo è indubbiamente del medioevo europeo.

 


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