Giorgio Castriota Skanderbeg
Kruje, 6 maggio 1405 –Lezhë, 17 gennaio 1468
È nel quadro dei contrasti tra il Turco e i potentati balcanici che il figlio del principe di Kruje è in giovane età condotto in ostaggio alla corte del sultano: qui l’albanese Gjergj Kastrioti si converte all’Islam e dimostra grandi qualità intellettuali e militari che, oltre al titolo di Beg, gli valgono il soprannome di Iskander, Alessandro. Ma quando Giovanni Hunyadi batte il Turco a Niš, nel 1443, Skanderbeg lascia il campo ottomano per riabbracciare la fede cristiana e quindi fare della natia Kruje il caposaldo della resistenza albanese all’invasore. È la capacità di coagulare l’eterogeneo universo dei principi albanesi a permettere una strategia di controllo e conquista che vede rintuzzati per vent’anni i propositi egemonici di Murad II e successori, nonostante un isolamento pressoché totale che le velleità europee di crociata non riescono a spezzare; oggi eroe nazionale albanese, Giorgio Castriota Skanderbeg è già eroe della cristianità agli occhi dei contemporanei, che pure vedranno l’Albania cadere in mano turca allorché il principe passa a miglior vita.
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