Gian Lorenzo Bernini
Napoli, 7 dicembre 1598 – Roma, 28 novembre 1680
È il cardinal Scipione Borghese a dare al giovanissimo Gian Lorenzo, figlio d’arte di Pietro Bernini, l’occasione di maturare uno stile scultoreo compiuto – originale nel moto della composizione come nelle sfumature pittoriche del modellato – quando commissionandogli quattro gruppi statuari l’indirizza all’Apollo e Dafne capolavoro giovanile (1622-1625); alla scultura, che lo rende celebre, Gian Lorenzo Bernini affiancherà l’architettura, passando dalla sobrietà d’un restaurato palazzo di Propaganda Fide al mosso ritmo curvilineo del baldacchino di San Pietro (1624-33) e delle sue colonne tortili, mentre cogliendo la sintesi degli elementi plastici e paesistici saprà forse toccare l’apice della cultura barocca nella fontana dei Quattro Fiumi (1651), quando la distanza apertasi con Innocenzo X s’è richiusa lasciando tuttavia lo spazio di scolpire, nell’Estasi di Santa Teresa (1647), le forme incandescenti d’un’epoca segnata dal contrasto tra la solennità esteriore dei riti e l’impulso mozzafiato ad una fede da vivere nell’intimo con l’intensità proibita alla carne. Prima che il rifiuto del disegno proposto per Versailles segni, nel cuore nuovo d’Europa, il pulsare d’un classicismo più rigoroso (1665), verrà con l’abbraccio aereo e luminoso del portico di San Pietro il più presente monumento del magistero esercitato dal Bernini nella materializzazione della vera fede e dei suoi apparati.
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