Frank Costello
Cosenza, 26 gennaio 1891 – New York, 18 febbraio 1973
Ad East Harlem, dove immigra coi suoi familiari calabresi, Francesco Castiglia è giovanissimo nella microcriminalità, procurandosi arresti e carcerazioni finché, ormai Frank Costello, s’affilia a giovani gangster attivi in gioco d’azzardo e sfruttamento della prostituzione; tra questi, Lucky Luciano. Mantenendo i rapporti tra i democratici newyorkesi della Tammany Hall e la rete che, dall’incontro di Atlantic City (1929), concilia criminali italiani ed ebrei nello spartirsi la torta del proibizionismo al tavolo d’un «National Crime Syndacate», per la stampa Costello è già «ministro della malavita» quando Luciano, per realizzare il progetto della Commission, s’impadronisce della famiglia Genovese e lo nomina consigliere proprio per le sue aderenze. L’imprigionamento (1936) e l’esilio italiano (1946) del «capo dei capi» permetteranno a Costello – forte degli affari che Meyer Lansky e Bugsy Siegel gli curano tra New Orleans e Los Angeles – di sostituire Luciano al vertice della famiglia; ma l’attività della commissione d’inchiesta Kefauver (1951) e la morte del vicecapo Willie Moretti, suggerita alla Commission dal suo massimo rivale, Vito Genovese, tanto l’indeboliranno che quest’ultimo dovrà appena tentare d’ammazzarlo, col sicario Gigante, perché Costello si risolva a cedergli il posto (1957), rassegnandosi a processi e celle, per morire da sostanziale nullità nel crimine organizzato newyorkese.
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