Francisco Goya
Fuendetodos, 30 marzo 1746 – Bordeaux, 16 aprile 1828
Ammirato Velázquez e incontrato Tiepolo a Madrid, negli anni Settanta il Goya torna da un viaggio in Italia per raggiungere il successo tra i Borbone di Spagna. Capriccioso e passionale, Francisco Goya vive tra picchi e crepacci, trovando sempre nuove occasioni per rianimare una fecondità mai esausta. Per i reali Goya dipinge capolavori quali La famiglia di Carlo IV, ma all’occupazione francese ne consegna altri come La fucilazione del 3 maggio 1808, dando prova di un singolare connubio tra libertà di visione e capacità di lavorare su una gamma espressiva amplissima, dalla tenerezza alla sensualità e dal ritratto introspettivo all’affresco di argomento sacro. Man mano che il tempo lo invecchia il Goya condannato alla sordità s’incupisce nella solitudine drammatica della Quinta del sordo, l’abitazione fuori Madrid dove il pittore si ritira, prima dell’ultimo viaggio per Bordeaux, a riempire pareti di quelle angoscianti e demoniache Pinturas negras eternate da un'esecuzione intensamente evocativa.
Si ringrazia Serena Mannucci per la gentile collaborazione
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