Federico II di Prussia
Berlino, 24 gennaio 1712 – Potsdam, 17 agosto 1786
Letterato e filosofo nonostante l’economia politica, l’esercizio militare cui Federico Guglielmo I l’obbliga fin con processo e prigione (1730), Federico s’interessa tuttavia al governare da uditore della Camera dei demanii di Küstrin, e dal trono (1740) avvia una stagione fondamentale di trasformazione e consolidamento della Prussia sui piani militare, politico-diplomatico ed economico-amministrativo: se, infatti, Federico II il Grande sarà re filosofo per l’impegno personale di studioso, le corrispondenze e l’amicizia d’un Voltaire o d’Alembert, egli procede all’illuminata riorganizzazione accentratrice del sistema giudiziario, promuove le attività economiche dai campi alle manifatture, e genialmente rifonda la macchina bellica sulla coscrizione di milizie ben addestrate e pagate, sull’agilità di reparti ricchi d’artiglieria, sulle tattiche avvolgenti riprese dal Montecuccoli e l’efficiente servizio logistico, per affrontare nella Guerra dei Sette Anni (1757-63) il rischio che la Francia di Luigi XV, l’Austria di Maria Teresa e la Russia d’Elisabetta possano strappargli la Slesia, sottratta a Vienna (1742), e stritolare la Prussia. La vittoria che, con la defezione russa, infine consegue malgrado rovesci catastrofici e contro soverchi nemici, farà di lui il precursore del dominio di Berlino e non Vienna sull’eredità imperiale, come in extremis ribadisce il Fürstenbund (1785) stretto dai principi tedeschi contro Giuseppe II d'Asburgo.
Galleria
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