Étienne Bonnot de Condillac
Grenoble, 30 settembre 1715 – 3 agosto 1780, Flux
Nell’ambiente parigino dei redattori dell’Encyclopedie di Denis Diderot il più giovane fratello dell’abate Mably – presso cui stringe una duratura amicizia con Jean-Jacques Rousseau – ascende a stabile celebrità con un Essai sur l’origine des connaissances humaines (1746) che restituisce quasi integra la gnoseologia di John Locke, fondata su un empirico sensismo per cui la conoscenza umana deriva e dalla sensazione e dalla riflessione; ma nel successivo Traité des sensations (1754) il sacerdote cattolico Étienne Bonnot de Condillac depura il processo di conoscenza dall’intervento della riflessione lockeana e, partito dal dubbio che i sensi forniscano una conoscenza intuitiva degli oggetti, analizza il tipo di conoscenza prodotto da ogni senso separatamente per concludere che «il giudizio, la riflessione, i desideri, le passioni e via dicendo, non sono altro che la sensazione stessa, la quale si trasforma in diverse maniere». Non intaccato da convinzioni sulla realtà dell’anima coerenti con la sua vocazione religiosa, l’estremo sensationnisme di Condillac fornisce la psicologia naturalistica su cui più tardi sarebbe stata fondato il movimento dell’Idéologie, persuaso che la totalità dei sentimenti (psichici, spirituali, sociali, morali, politici) derivi per successive composizioni dalla percezione sensoriale così come descritta da Condillac.
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