Con gli occhi delle donne
Il cinema di Margarethe Von Trotta tra storie private e pubbliche della sua Germania
«Faber est suae quisque fortunae» o dovremmo aggiungere, nel caso di Margarethe Von trotta, che si può essere narratori e non solo artefici del proprio destino, un destino artistico non sempre facile da affrontare e gestire. Siamo nella Germania anni '70 quando la futura regista di punta del Nuovo cinema tedesco si affaccia al mondo del cinema, scontrandosi con le difficoltà di un sistema patriarcale, consapevole di quanto sia difficile per una donna entrare a farvi parte. Inizialmente recita come attrice nei film degli affermati registi tedeschi di quel periodo e in seguito, collaborando con il marito alla scrittura e alla messa in scena di alcune opere cinematografiche, solo nel '76 farà il suo esordio nella regia. In sé e con sé la Von Trotta porta legati il privato e il pubblico, che ha come sfondo la Germania di quegli anni, una Germania in ricostruzione che deve ancora confrontarsi con gli orrori della seconda guerra mondiale e che si ritrova divisa ad affrontare i tumulti del presente. Una donna tra gli uomini che fatti i conti con il passato della sua nazione, tenuto nascosto nei suoi ricordi infantili dalla politica d'informazione dell'epoca e da un ambiente familiare protetto, esce dal gruppo e fa sentire la sua voce, la sua forza che è quella dei personaggi femminili protagonisti dei suoi film.
Nella cosidetta trilogia della sorellanza di Sorelle - L'equilibrio della felicità (1979), Anni di piombo (1981) e Paura e amore (1988), a cui si aggiunge il suo ultimo The Misplaced World (2015), presentato al festival di Berlino e in anteprima nazionale al Bif&fest di Bari, sfera intima e pubblica si uniscono per raccontare i personaggi sempre in lotta, determinati a far valere i propri diritti e a farsi riconoscere come individui e non solo come ruoli di questa società. La Von trotta narra di se stessa; della sua infanzia, del ricordo legato alla sua terra, della condizione della donna che trova nell'unione tra donne, nella sorellanza, nell'impegno civile e artistico il coraggio e la forza per affrontare il mondo. L'interesse è volto ad un profondo scavo psicologico dei personaggi e dei rapporti che intrecciano con se stessi e con l'altro. Filo rosso che attraversa queste opere è lo sdoppiamento parentale a cui le sue protagoniste vanno incontro; si narra sempre una storia, si compie il ritratto di una persona anche se i personaggi femminili che la animano sono più d'uno.
In Sorelle - L'equilibrio della felicità, dramma psicologico che ha come protagoniste due sorelle, una più giovane – alla ricerca di se stessa e del suo posto nel mondo – l'altra ben inserita nella società, viene narrato il rapporto tra le due, che si manifesta nell'ossessiva presenza della più grande ai danni della più giovane, divenuta copia deformata della sorella, e che nella morte troverà l'unica soluzione per essere e liberarsi del suo malato amore. Il suicido della ragazza mette in crisi la sorella maggiore che perduta quella parte di sé diviene il personaggio più debole. La donna andrà nascondendosi dietro una terza figura femminile, un'altra giovane ragazza, che prende con sé per sopperire alle sue mancanze e alla mancanza della sorella. Perduta anche quest'ultima compagnia sarà costretta a fare i conti con se stessa e a ricomporre i pezzi della sua identità. Un gioco di specchi che riflette, sugli opachi ricordi d'infanzia delle due, un difficile presente da affrontare.
Tesi, Antitesi e Sintesi nelle opere della Von Trotta sono sinonimi di Famiglia/Infanzia e della sorellanza ove le sorelle, due o più di due, sono parti di un unicum. In Anni Di Piombo le due sorelle protagoniste, sullo sfondo dei tumulti rivoluzionari della Germania federale, sono l'emblema di questo contrasto e forte legame che le unisce. Nell'infanzia, nell'adolescenza si rincorrono scambiandosi i ruoli e infine nell'età adulta vestendo i panni l'una di una terrorista e l'altra di una giornalista impegnata politicamente. Diventano l'una il sostegno dell'altra, si rincontreranno sotto le luci plumbee e accecanti del carcere in cui verrà rinchiusa la ribelle delle due. Anche qui abbracci, parole violente, scambi di abiti, flashback del loro passato da adolescenti per narrare il rapporto delle due sorelle e l'importanza della memoria, di quella memoria del sé che anche il popolo tedesco aveva perso in quegli anni. La morte di una delle due parti è sempre funzionale allo svelamento che l'altra farà di sé.
Paura e Amore, corale dramma ispirato alle Tre sorelle di Cechov, rappresenta le paure e l'amore nei confronti del mondo di tre sorelle che a tratti vivono in simbiosi, a tratti si dividono, si rifiutano. Le più grandi, caratterizzate da forti personalità, si accontentano dell'amore, della vita e arriveranno a dividersi lo stesso amante che più di ogni altro ama se stesso. Personaggi incompleti circondati dal vuoto dell'esistenza, che non riescono a vivere, unico raggio di sole la sorella più giovane e piena di vita che invece perderà l'amore a cui aveva aperto quella parte di sé nascosta e intima.
L'ultima opera della Von Trotta è invece The Misplaced World, che getta una luce retrospettiva sui temi cardine della sua filmografia traendo ispirazione dagli ultimi accadimenti della vita della regista tedesca, figlia unica, venuta a scoprire dell'esistenza di una sorella di cui la madre non aveva mai parlato. In quest'ultima opera viene abbandonato lo stile bergmaniano affine alla Nouvelle Vague, utilizzato nei precedenti film, per calare la storia e lo stile nella modernità tenendo sempre presenti i temi a lei cari. Una tragicommedia che narra la solitudine di una donna e il tormento del cui padre è figlia. Entrambi scoprono pezzi del loro passato familiare, in parte taciuti, trovando un equilibrio nella ricerca e poi nella presenza della componente mancante della famiglia; una cantante lirica americana, figlia dello zio e della madre della protagonista che incontrando la sorella lontana riuscirà a dare alla sua vita un senso di compiutezza.
Una rilettura della realtà storica e umana da un punto di vista femminile, quella della regista, una donna cresciuta all'ombra della crudele storia della sua patria e tra le braccia di una madre presente, amichevole ma con un passato nascosto fatto di fotografie, di dolori, di amori taciuti.
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