Cecil Rhodes

Bishop’s Stortford, 5 luglio 1853 – Muizenberg, 26 marzo 1902

È una malattia polmonare a spingere il giovanissimo Cecil Rhodes presso il fratello, che ha dei campi a cotone nel Natal, in Sudafrica. Qui Rhodes si arricchirà sull’onda della caccia ai diamanti che si svolge intorno alla città di Kimberley. Tornato nella Colonia del Capo dopo aver completato gli studi a Oxford nel 1873, Rhodes si dedica a «God, Gold and Glory», mettendo al servizio dell’Impero britannico l’enorme patrimonio fondato sullo sfruttamento dei giacimenti diamantiferi. Per realizzare il mito di un dominio britannico dal Capo al Cairo, Rhodes fonda nel 1889 la British South Africa Company, funzionale ad amministrare le terre a nord del Transvaal e a ovest del Mozambico, che da lui prenderanno il nome di Rhodesia. Iniziata con un accordo fraudolento tra Rhodes e il re Lobengula degli Ndebele per assicurarsi lo sfruttamento delle risorse minerarie della regione, confermato dal governo britannico, quella della Rhodesia - oggi Zambia e Zimbabwe - sarebbe stata una delle più complesse e tragiche vicende del colonialismo europeo e della decolonizzazione in Africa. Eletto primo ministro della Colonia del Capo nel 1890, Rhodes tenta di piegare con le armi mercenarie di Leander Jameson (1895-6) gli stati indipendenti degli antichi coloni olandesi. Non ne vedrà la fine, imposta da Londra con una sanguinosa (Seconda) Guerra Anglo-Boera (1899-1902), ma lascerà in eredità al Sudafrica una concezione dei rapporti tra i diversi gruppi etnici fondamentale per lo sviluppo del sistema dell'apartheid.

 


Parte della serie Esploratori

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