Carlo Rubbia

Gorizia, 31 marzo 1934

Bocciato ai test d’ingresso della Normale di Pisa, il giovane Rubbia riesce ad entrare l’anno successivo grazie ad un posto vacante; qui si laurea in fisica nel 1957 e, dopo un anno alla Columbia, passa alla Sapienza per approdare, nel 1960, al CERN. A Ginevra si concentra soprattutto sullo studio delle particelle elementari e delle interazioni deboli: è proprio in quest’ultimo campo che, in qualità di capo di un folto gruppo di fisici, farà la scoperta che, nel 1984, gli merita il Premio Nobel insieme a Simon van der Meer. Successivamente sviluppa un forte interesse per i problemi energetici che lo porta a lavorare su un reattore nucleare a fissione di nuova generazione, il cosiddetto Rubbiatron, ma anche sulle tecnologie legate alle energie rinnovabili, in particolare sul solare termodinamico; dopo l’uscita dall’ENEA nel 2005, in seguito a forti contrasti con il governo Berlusconi, continua la sua attività in campo nazionale e internazionale nell’ambito della ricerca sulla materia oscura.


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