Arcangelo Corelli
Fusignano, 17 febbraio 1653 – Roma, 8 gennaio 1713
Battezzato in ricordo del padre che non può conoscere, Arcangelo Corelli si dedica sin da bambino allo studio della musica, nei pressi del paese natale e poi a Faenza e Lugo. A Bologna, dove prosegue gli studi, Giovanni Benvenuti lo introduce al violino (1666-7). È già membro della neonata Accademia filarmonica di Bologna quando si trasferisce a Roma, dove studia composizione con Matteo Simonelli. Tolti possibili soggiorni in Germania e un viaggio a Napoli, dove suona Scarlatti per Filippo V di Borbone quando è già all’apice del successo, Corelli avrà dimora perpetua nelle corti dei cardinali, crescendo in fama e prestigio: dall’orchestra di San Luigi dei Francesi, di cui è primo violino nel 1681, passa al servizio del cardinal Pamphili (1687) per poi trovare definitiva sistemazione presso il vicecancelliere Ottoboni, come primo violino e direttore dei concerti alla Cancelleria. Autore di numerose Sonate e di dodici celebri e influenti Concerti grossi (1714), Corelli deve il successo in vita e una duratura importanza storica a uno stile di composizione e d’esecuzione capace di mediare tra due epoche: superando l’impersonalità secentesca cui altrimenti sfuggirebbe solo Girolamo Frescobaldi, e presentendo l’individualismo che ha già Vivaldi e possederà il Settecento italiano, Corelli si fa massima espressione di un momento di eccezionale fervore nella musica strumentale solistica e d’insieme.
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