Alexis de Tocqueville
Parigi, 29 luglio 1805 – Cannes, 16 aprile 1859
Quasi cent’anni dopo l’Esprit de lois (1748) di Montesquieu col suo elogio dell’Inghilterra quale luogo di massimo rispetto del principio di libertà, il nobile giurisperito normanno Alexis de Tocqueville mostrerà nel suo De la démocratie en Amérique (1835; 1840) che negli USA convivono quei due principi, liberté e démocratie, che in Francia si credono incompatibili: fondata su un’egalité des conditions ovvero dei diritti, la liberté démocratique è un compromesso tra la libertà come convinzione morale necessaria all’uomo per difendere i propri diritti e la democrazia intesa come forma di governo e contesto politico-istituzionale meglio atti a garantire al cittadino la libertà stessa. Anteposta all’egalité des fortunes, all’uguaglianza sociale nel cui desiderio fermenta il dispotismo e pensata come humus di un governo della maggioranza cui solo decentramento amministrativo e istituzioni pubbliche possono evitare un’involuzione tirannica, la libertà è quindi il pilastro e non la nemesi d’una democrazia ormai inevitabile per la irrésistible rivoluzione sociale in atto e identificata in concreto nel diritto alla libera espressione a mezzo voto d’un opinione, all’associazione e alla riunione: non stupisce perciò che la vita politica del maggior fautore d’un innovativa «democrazia liberale» sia ridotta al privato dall’avvento al potere dell’aspirante despota Luigi Napoleone Bonaparte (1851).
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