Alessandro Scarlatti
Palermo, 2 maggio 1660 – Napoli, 24 ottobre 1725
Tolti soggiorni anche lunghi a Loreto, Firenze e Napoli, dov’è tra l’altro maestro della cappella reale (1709) e si spegne, a Roma Alessandro Scarlatti compie gli studi musicali e sempre ritorna: maestro a Santa Maria Maggiore, membro dell’Arcadia con Corelli (1703-7), soprattutto compone per il teatro Capranica (1709-22). Assai prolifico, Scarlatti abbraccia ogni genere, ma più che nella musica sacra dei salmi e delle messe egli splende in quella religiosa degli Stabat e degli oratori, e ancor più nel teatro: qui, facendo uscire il comico dalle singole scene nello spettacolo intero e dando all’opera seria ricchezza e profondità di discorso musicale inaudite s’impone come fondamentale nella storia del melodramma, tra la fantasia barocca del Seicento veneziano e l’ordinato rapporto di recitativo-aria che sarà del classicista Metastasio; se manca nella caratterizzazione dei personaggi, pure maturando sa intensificare il vigore drammatico, e imponendo il suo stile alla sinfonia avanti l’opera, ai recitativi e alle arie, sempre più promuove il ruolo dell’orchestra. Affermato anche nella musica strumentale, cui dà sinfonie, sonate e originali pagine cembalistiche, più di ogni altro suo contemporaneo Scarlatti contribuisce a formare quel linguaggio agile e vario, ricco di risorse contrappuntistiche da un lato, armonistiche e melodiche dall’altro, che da ultimo si risolverà nello stile di Mozart.
Commenta