Albert Speer

Mannheim, 19 marzo 1905 – Londra, 1 settembre 1981

Colpito come molti tedeschi dall’impressionante retorica di Hitler, Albert Speer mette la sua formazione tecnica e il suo talento di architetto al servizio del Partito nazista (1931). Alla capacità che in lui scorge di dar forma concreta allo spirito del nazionalsocialismo, il Führer affiderà il progetto di Germania, nuova Berlino capitale del Reich millenario, così come la realizzazione di monumentali icone del nuovo ordine – dalla Cancelleria all’Olympiastadion al padiglione per l’Expo di Parigi 1937 – e le coreografie dei raduni di Norimberga immortalati dalla Riefenstahl. Ancora a Norimberga, in una diversa occasione, Speer sarà riconosciuto colpevole di crimini di guerra e contro l’umanità commessi in qualità di Ministro per gli Armamenti e poi per la Produzione Bellica (1942-5), quando porta alla massima efficienza la macchina da guerra tedesca sfruttando la manodopera coatta o schiavile dei deportati. Evita la forca finendo, con pochi altri gerarchi, nel carcere di Spandau. Qui scrive le Memorie del Terzo Reich e i Diari, dove è possibile trovare, da un lato, informazioni inestimabili sul funzionamento interno del potere nazista; dall'altro, una testimonianza ambigua e verosimilmente autoapologetica della propria ignoranza della Soluzione Finale e dell'opposizione alla politica della «terra bruciata» decretata da Hitler nell’ora estrema, nell'intenzione di non privare il Paese di un futuro oltre il nazionalsocialismo.

Si ringrazia Filippo Luti per la preziosa collaborazione


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