21 febbraio. Cartagena de Indias, Colombia
Attraversando il Sud America, il viaggio di Arianna e Veronica nelle terre dei Neruda e dei Bolívar
21 febbraio. Cartagena de Indias, Colombia – L'impatto con la Colombia è forte e non ha niente a che vedere con i racconti che ci accompagnavano dall'Italia. Non abbiamo nemmeno il tempo di abituarci a questa nuova terra che già sentiamo allentare la tensione. Tutto quello che ci circonda sembra gridare al cambiamento. La gente sembra non farsi mai sfuggire l'occasione di raccontarti la sua storia e di offrire la propria disponibilità. In ogni ora della giornata, in ogni via, dagli autobus ai negozi, musica caribeña ad altissimo volume e confusione accompagnano il nostro cammino. Le donne più anziane qui spesso hanno assunto atteggiamenti di sincera protezione nei nostri confronti. Con questo nuovo stupore arriviamo a Cartagena de Indias.
La città vecchia è un giardino in festa curato in ogni dettaglio; bisogna percorrere la stessa strada più volte per permettere all'occhio di scoprirne tutti i segreti, ed è impossibile non restarne incantati: balconi di legno, arcate, finestroni coloniali inondati di fiori e piante tropicali. Come in altre città sudamericane ogni casa ha un suo colore specifico e ci rendiamo conto di quanto dipingere le case con colori differenti permetta anche ai quartieri periferici di valorizzarne l'aspetto. Il centro della citta è una piccola perla coloniale, ma salendo sulle mura che costeggiano la città vecchia, sporgendosi nelle fenditure, agli occhi si presenta uno spettacolo impressionate. Si erge un quartiere, a pochi metri dal mare, composto esclusivamente da grattacieli: Bocagrande. Sembra di trovarsi davanti ad una piccola Miami colombiana. Camminando per le vie del nuovo quartiere la sensazione è quella di avere giusto lo spazio per camminare. Le spiaggie non hanno niente a che vedere con quelle caraibiche, sono state infatti anch'esse state costruite dall uomo. Centro storico e grattacieli sembrano condividere solo lo stesso mare.
La città sembra letteralmente spaccata in due. Un contrasto netto ed incredibile. Due mondi opposti e distinti che ci permettono di vedere ad occhio nudo il cambiamento che sta avvenendo in Colombia dagli ultimi vent'anni, da un lato una entusiasta emancipazione dall'altro una scelta di turismo irresponsabile che, come in questo caso, non si integra con l'anima di questa terra.
testo Veronica Pinna | fotografia Arianna Del Grosso
Dal 3 febbraio, Roma – Caracas, al 29 aprile, Buenos Aires – Roma, Arianna e Veronica viaggeranno Attraversando il Sud America per il loro documentario girato "zaino in spalla, con mezzi locali, senza nessuna troupe", come scrivono nella presentazione del loro progetto. Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina. Di città in città, di paese in paese ci racconteranno il loro viaggio con una fotografia alla settimana: uno scatto, un luogo, un volto per raccontare le terre dei Neruda e dei Bolívar
Ciò che ci interessa è rilevare forme espressive quali la poesia, la danza, la scultura, il teatro, il cinema e l'influenza dei luoghi, che hanno dato vita all’importante fermento creativo consentendo a queste terre di preservare la loro forte energia vitale. Quanto il contatto con la natura e il rispetto della terra Madre nutre la sensibilità di una popolazione così creativa? Sarà l’acqua, il cibo, la terra, la natura, il loro passato, quello che si tramandano di padre in figlio, l’impronta di civiltà millenarie? Noi stiamo con l’intenzione di ricercare e registrare tutti quegli elementi che si imporranno al nostro sguardo come tracce e forme di sensibilità che sostengono quella terra. Ve lo vogliamo raccontare zaino in spalla e telecamera al collo semplicemente e per nulla semplicemente così paese dopo paese, attraversando il Sud America.
Aiutate Arianna e Veronica nel loro progetto! Versate il vostro contributo all'IBAN IT03B0760105138231230831235, intestato a Veronica Pinna, con la causale "Attraversando il Sud America"!
Commenta