20 aprile. Córdoba, Argentina
Attraversando il Sud America, il viaggio di Arianna e Veronica nelle terre dei Neruda e dei Bolívar
20 aprile. Córdoba, Argentina – Ci avviciniamo ormai alla fine del viaggio e dopo alcune peripezie che hanno complicato l'ingresso in Argentina sentiamo che il corpo ci sta chiedendo di rallentare. Fortunatamente, le ultime due città che visitiamo e la gentilezza delle persone che ci ospitano ci consentono di passare una settimana con una calma che fino ad oggi non ci eravamo mai permesse. Ma è anche l'Argentina stessa che ci regala una sensazione di familiarità che ci spiega perché tanto spesso abbiamo sentito dire che "l'Argentina è l'Europa del Sudamerica". In effetti questa somiglianza esiste, e si manifesta anche in semplici abitudini dimenticate: non è un caso che il nostro corpo abbia scelto di lasciarsi andare proprio qui. Decidiamo di dividere la settimana tra Córdoba e Rosario, due città animate, culturalmente attive, piacevoli e comode per essere girate a piedi. Ed è a Córdoba che, parlando con una pediatra, finiamo per farci invitare a Buenos Aires ad un convegno di mediazione. Un discorso tira l'altro tanto e per l'ennesima volta ci ritroviamo a parlare di un argomento, per noi delicato, che qui viene affrontato spesso con disinvoltura: l'uso di medicine e droghe naturali. Nel vasto territorio sudamericano, ma soprattutto nelle zone amazzoniche, le erbe medicinali sono conosciute e studiate da sempre. Dalle quelle più comuni, utilizzate e conosciute anche in Europa, a quelle più elaborate e potenti come l'ayahuasca. Quest'ultima ha radici molto antiche: A la Ayahuasca en el chamanismo se le denomina Doctora porque cura, Maestra porque enseña y Madre porque guía. Da Saber y Visión. Ciò che sappiamo è che viene utilizzata da almeno 2.500 anni, da circa 70 popolazioni native. Aya significa "anima" o "spirito" e Huasca significa "liana" o "corda".
L’Ayahuasca è dunque definita la liana dello spirito, ovvero una pianta medicinale che attraverso una cerimonia iniziatica, e grazie alle sue caratteristiche naturali studiate dalle antiche popolazioni amazzoniche, aiuta a migliorare alcune blocchi specifici a livello fisico, emotivo, intellettivo e spirituale. Noi ne sentiamo parlare durante tutto il viaggio: delle madri di famiglia della Sierra a quelle di città, giovani, anziani, guide, psichiatri. E ognuna di queste persone, raccontandoci la propria esperienza, ci ha permesso di scoprire un tassello in più riguardo questa pratica antica. Noi ascoltiamo sempre più affascinate, ma è quando veniamo a sapere che la figura dello sciamano viene rispettata e riconosciuta anche a livello legale che rimaniamo stupefatte. Una pratica antica che viene tutelata e studiata con rispetto e attenzione è cosa rara nel mondo. E ci permette di capire l'apertura mentale e il contatto forte che i sudamericani mantengono con l'energia della loro terra. La cosa che più ci ha sorprese, però, è che durante una cena uno psichiatra ci ha spiegato come oggi numerosi centri in Sudamerica si stiano specializzando nel trattare alcuni disturbi comportamentali e dipendenze (tossicodipendenze incluse) con l’Ayahuasca e altre piante medicinali, provando la pianta loro in primis sulla propria pelle. Purtroppo oggi la pratica dell'Ayahuasca, come altre tradizioni sudamericane, sta diventando una moda in Occidente. In diversi luoghi turistici incontriamo persone che vendono questa pratica solo per business, senza avere la necessaria competenza al riguardo, un approccio potenzialmente molto pericoloso. Usare impropriamente questa sostanza significa infatti mettere a rischio la propria vita. Noi, a causa delle tappe troppo brevi, durante il nostro cammino non abbiamo avuto né il tempo utile per fare una ricerca valida che ci mettesse in contatto con uno sciamano delle comunità amazzoniche né per affrontare il percorso di purificazione necessario (che ha la durata di una settimana) per provare questo rito, ma con la consapevolezza che ogni esperienza trova il proprio momento proseguiamo verso Buenos Aires.
testo Veronica Pinna | fotografia Arianna Del Grosso
Dal 3 febbraio, Roma – Caracas, al 29 aprile, Buenos Aires – Roma, Arianna e Veronica viaggeranno Attraversando il Sud America per il loro documentario girato "zaino in spalla, con mezzi locali, senza nessuna troupe", come scrivono nella presentazione del loro progetto. Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina. Di città in città, di paese in paese ci racconteranno il loro viaggio con una fotografia alla settimana: uno scatto, un luogo, un volto per raccontare le terre dei Neruda e dei Bolívar
Ciò che ci interessa è rilevare forme espressive quali la poesia, la danza, la scultura, il teatro, il cinema e l'influenza dei luoghi, che hanno dato vita all’importante fermento creativo consentendo a queste terre di preservare la loro forte energia vitale. Quanto il contatto con la natura e il rispetto della terra Madre nutre la sensibilità di una popolazione così creativa? Sarà l’acqua, il cibo, la terra, la natura, il loro passato, quello che si tramandano di padre in figlio, l’impronta di civiltà millenarie? Noi stiamo con l’intenzione di ricercare e registrare tutti quegli elementi che si imporranno al nostro sguardo come tracce e forme di sensibilità che sostengono quella terra. Ve lo vogliamo raccontare zaino in spalla e telecamera al collo semplicemente e per nulla semplicemente così paese dopo paese, attraversando il Sud America.
Aiutate Arianna e Veronica nel loro progetto! Versate il vostro contributo all'IBAN IT03B0760105138231230831235, intestato a Veronica Pinna, con la causale "Attraversando il Sud America"!
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