L'Eco del Nulla N.3 - Indagini e ricerche
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Why so series? - 1992 di Andrea Caciagli
I meriti della serie 1992 e le colpe di Tea Falco
(Come) può uno scoglio arginare il mare? di Francesco Balgo
L'Ungheria di Orbàn e il muro anti-immigrati
L'università più antica del mondo di Leonardo Zanobetti
La palude scolastica italiana e il dinamismo britannico
La rivoluzione digitale dell'E-stonia di Tullio Filippone
Come il piccolo paese baltico ha puntato sulla tecnologia e ha vinto la scommessa
Batti e ribatti: Ricerca scientifica
Una panoramica sulla sperimentazione animale di Giulia Corsini, medico veterinario, fondatrice e consigliere di Pro-Test Italia
Contro la sperimentazione animale di Michela Kuan, biologa e responsabile nazionale della LAV
Io, crudele amante della carne e della scienza di Vanni Veronesi
Le ossessioni vegetariane e animaliste tra il "carnismo" inventato di Melanie Joy e il caso Simonsen
Il male universale di Emanuele Giusti
Angelo Gatti e la lotta al vaiolo
Dal profondo del cuore di Emanuele Giusti
La rivoluzione dell'uomo di William Harvey con la scoperta della circolazione sanguigna
La fede scientifica di Niccolò Sbolci
Thomas Kuhn e il progresso rivoluzionario della scienza
Le parole per dirlo di Vanni Veronesi
Lucrezio e la creazione di una lingua scientifica
La fragilità del vetro di Andrea Caciagli
Intervista al regista campano Edoardo De Angelis, autore di Mozzarella Stories e Perez., con Luca Zingaretti e Marco D'Amore
Due gradi di separazione di Andrea Caciagli
La scienza e la ricerca dell'identità tra Cronenberg e Greenaway
La dimora della carne di Antonio Costa
Il corpo "dimora" e La pelle che abito di Almodóvar
Totem di Luca Galasso
La battaglia tra scienziato e artista per la guida della realtà
L'occhio della luna di Andrea Caciagli
La conquista scientifica dell'Apollo 11 e la messinscena fantastica in Viaggio nella Luna di Georges Méliès
Cara Luna di Lorenzo Masetti
La dimensione poetica della Luna dal carro di Ariosto al telescopio di Calvino
The Wolves of Wall Street di Tommaso Barsotti
L'oligarchia statunitense e gli USA indagati dalle lenti di tre generazioni di narratori: Fitzgerald, Vonnegut e Foster Wallace
La trappola del topo arboricolo di Lorenzo Masetti
La stand-up comedy americana e la volgarità della lingua
Il passato è per sempre di Martina Lo Mauro
La grammatica eterna da Aristotele a Hegel
Questo e tanto altro nel terzo numero de L'Eco del Nulla, in cui parliamo della spinta dell'uomo a indagare su se stesso e sul mondo, di sperimentazione animale e ricerca scientifica, con illustrazioni di Andrea Barattin, Silvia Rizzo, Francesca Maetzke, Katarzyna Pacholik, Lorenzo Fabriani e fotografie di Anna Sanesi, Anita Scianò e Emanuele Zarlenga
L'Editoriale di Tommaso Barsotti
Fin dal suo primo sguardo sul mondo, l’essere umano è stato sempre preda di una delle sensazioni che più lo distinguono da ogni altro animale: il fascino irresistibile del misterioso, del non conosciuto. Questa attrazione fortissima ha spinto la nostra specie allo studio mai terminato delle cose, di tutto quello che, percepito come altro da sé, estraneo alla propria corporeità, è passibile di un giudizio critico. L’uomo, facendosi soggetto nel momento stesso del dare origine al flusso del pensiero, si è distaccato dall’ammasso di materia del reale. La percezione e la coscienza di sé gli hanno permesso di uscire al di fuori del racconto, di accucciarsi al lato della linea degli accadimenti. Da qui, posseduto dalla mania che accomuna ogni creatore-demiurgo, ha sentito la necessità di dare un ordine e una forma agli oggetti, di definirne i limiti precisi e etichettarli.
Il senso del movimento dell’indagare è racchiuso nell’etimologia stessa della parola, un composto dei termini latini indu- “entro” e àgere “spingere”. Ovvero, è l’atto del condurre il pensiero alla profondità e alla sommità delle cose. Nel corso dei secoli e dei millenni, questo moto incessante della mente umana verso (o attraverso) la natura si è vestito dei metodi e delle pratiche più varie, dai riti animistici degli albori agli algoritmi complessi della scienza moderna. Quale che sia il paradigma adottato, lo scopo è sempre quello di tradurre l’insieme dei fenomeni naturali in un qualche genere di linguaggio, il mezzo tramite il quale il pensiero umano esce dalla culla sicura del cranio per estendersi su ciò che lo circonda.
Nel suo Totem, dove affronta il sottile confine posto a separare arte e scienza, Luca Galasso afferma che l’artista «pone il soggetto d’indagine all’interno di una cornice ben definita, sia essa una tela, un blocco di marmo o un inquadratura cinematografica», insomma «in un ambiente chiuso e controllabile dove coltiva le sue intuizioni». Il modus operandi, più che quello di un pittore, uno scultore o un cineasta, pare ricordare l’ambiente asettico di un laboratorio di ricerca, dove il soggetto dell’indagine è una miriade di batteri in vitro e gli strumenti della stessa microscopi elettronici ed altri apparecchi di rilevazione. L’accostamento, tuttavia, non è così fuori luogo come sembra. Come si è detto prima, un paradigma, ovvero un modello di riferimento con le cui strutture organizzare il pensiero, costituisce solo una delle molteplici possibili incarnazioni del pensiero stesso. L’anelito al conoscere, ciò che sta alla base dell’indagine, invece, è immutabile. E se, con fede certa, risulta poco sicuro condividere la celebre citazione di Socrate per cui la ricerca porterebbe naturalmente alla verità, si può senz’altro dire che la ricerca costituisce uno degli aspetti più genuini della natura umana, difficilmente immaginabile come estranea a questo suo continuo tendere verso l’esterno, a questo suo incessante interrogarsi. Perché sono le domande, più che le risposte, a rappresentare i tasselli della conoscenza.
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